L’incontro di Ramstein non ha rappresentato la svolta tanto attesa per le forniture di armi all’Ucraina. Quello che sembrava l’obiettivo principale degli Stati uniti, ovvero convincere la Germania a fornire i carri armati Leopard 2, non sembra essere stato raggiunto.
Il nuovo ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha dichiarato ai giornalisti dopo l’incontro che «non possiamo ancora dire quando verrà presa una decisione e quale sarà per quanto riguarda i carri armati Leopard», ma il cancelliere Scholz ha chiarito che il Bundestag si esprimerà in merito all’invio «presto». Si consideri che venerdì mattina Berlino aveva ordinato una revisione degli arsenali dove sono tenuti i Leopard in vista, si pensava, di un possibile via libera. Che però non è arrivato.

LE REAZIONI alla posizione tedesca non si sono fatte attendere. «L’indecisione sta uccidendo sempre più persone» ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, «ogni giorno di ritardo vuol dire la morte per gli ucraini. Pensate velocemente». Il ministro degli Esteri lettone, Edgar Rinkevics ha poi pubblicato un appello pubblico indirizzato al governo tedesco nel quale invita Berlino a fornire «subito» i Leopard a Kiev. Nel messaggio, in cui Rinkevics ha chiarito di parlare anche a nome degli omologhi lituano ed estone, lasciando intendere una posizione comune delle tre repubbliche baltiche, si legge che l’invio dei tank «è necessario per fermare l’aggressione russa, aiutare l’Ucraina e ripristinare rapidamente la pace in Europa. La Germania, in quanto prima potenza europea, ha una responsabilità speciale in questo senso».

Edgar Rinkevics
L’invio dei Leopard è necessario per fermare l’aggressione russa. La Germania, prima potenza europea, ha una responsabilità speciale

MOLTO PIÙ PERENTORIA la Polonia. Il ministro degli Esteri di Varsavia, Zbigniew Rau, ha dichiarato che «il sangue ucraino viene versato davvero. Questo è il prezzo dell’esitazione sulle forniture di Leopard. Dobbiamo agire, ora». Ricordiamo che mercoledì scorso il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki aveva dichiarato che il suo governo avrebbe preso in considerazione la possibilità di fornire i propri carri armati anche senza il permesso di Berlino. «Il consenso è di secondaria importanza. O lo otterremo rapidamente, o faremo la cosa giusta da soli» aveva detto Morawiecki.

TUTTAVIA, il Paese che aveva convocato la riunione, ovvero gli Usa, non sembra turbato dalla reticenza del governo di Scholz. A latere di un evento alla Casa bianca, infatti, il presidente Joe Biden ha risposto a un giornalista che gli chiedeva dei Leopard che «l’Ucraina riceverà tutto l’aiuto di cui ha bisogno». In altri termini l’amministrazione Biden confida che a breve la situazione si sbloccherà. Anche perché, secondo uno scoop pubblicato dall’agenzia Reuters, gli Usa potrebbero presto fornire al governo di Zelensky le Glsdb (acronimo che sta per Ground-launched small diameter bomb, ovvero bomba di piccolo diametro lanciata da terra) che hanno una gittata di 150 km e possono essere sparate con gli Himars forniti nei mesi passati. La notizia è molto significativa perché in primis infrangerebbe la regola non scritta che ha imposto di fornire a Kiev solo armamenti di corta gittata e in secondo luogo permetterebbe alle forze armate ucraine di tenere sotto tiro pressoché tutta la penisola di Crimea. Forse per questo, come avrebbe rivelato ieri un anonimo alto funzionario di Washington, ancora una volta a Reuters, gli Usa starebbero consigliando a Kiev di attendere ad avviare una nuova offensiva finché non saranno inviati i prossimi pacchetti di armi promessi e finché i militari al momento oltreoceano per l’addestramento non saranno pronti.

L’UNICO a non mostrarsi deluso è stato il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, secondo il quale il summit di Ramstein ha portato un «svolta ottimistica» rispetto ai Leopard. Reznikov ha aggiunto che alcune squadre di soldati ucraini si addestreranno in Polonia sui carri armati tedeschi, nonostante manchi ancora il consenso ufficiale di Berlino. Probabilmente a Reznikov è stato promesso qualcosa che non si ha ancora intenzione di pubblicare. Alcuni analisti ipotizzano un compromesso: la Germania non fornirà i suoi tank ma darà il consenso agli altri stati che posseggono i Leopard a fornirli.