Europa

Portogallo, governo Costa supera la prova del parlamento

Portogallo, governo Costa supera la prova del parlamentoAntonio Costa – LaPresse

Mercoledì e giovedì scorsi il governo guidato da Antonio Costa grazie all’inedito appoggio delle sinistre – Bloco de Esquerda (Be), Partido Socialista, (Ps), Partido Comunista Português (Pcp) e Partido Ecologistas […]

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 5 dicembre 2015

Mercoledì e giovedì scorsi il governo guidato da Antonio Costa grazie all’inedito appoggio delle sinistre – Bloco de Esquerda (Be), Partido Socialista, (Ps), Partido Comunista Português (Pcp) e Partido Ecologistas os Verdes (Pev) – è sbarcato in parlamento per presentare il suo programma. Sono stati due giorni intensi, di quelli che rimarranno negli annali della storia dei regimi parlamentari. Perché ciò che il primo ministro è andato a difendere all’Assembleia da Republica non sono le sue idee o le idee del suo partito, ma il testo concordato tra le 4 formazioni di sinistra durante il processo negoziale apertosi all’indomani delle elezioni.

Può sembrare banale, ma non lo è e la destra, finalmente opposizione, cerca di aprire varchi approfittando delle evidenti differenze tra il Ps, da una parte, e Be, Pev e Pcp dall’altra.

Mariana Mortagua, deputata blocchista, spiega essenzialmente in questi termini la logica su cui si basa l’alleanza frentista: fosse per noi chiederemmo la rinegoziazione del debito, ma ciò di cui stiamo discutendo è ciò che è scaturito dagli incontri di questo mese e mezzo. La consapevolezza della distinzione è il perno intorno a cui ruoterà l’azione di un esecutivo composto da forze molto differenti ma unite nell’obiettivo di rilanciare un’idea di solidarietà, giustizia sociale e sviluppo economico.

Intanto il Partido Social Democratico (Psd) e il Centro Democratico e Social Partido Popular (Cds/Pp) contestano la legittimità dell’esecutivo e presentano una mozione di sfiducia (bocciata da una maggioranza di 122 parlamentari contro 107).

Due i punti alla base del documento: la non vittoria alle elezioni del 4 ottobre e l’eccessiva radicalità dell’esecutivo.

Sono argomenti non nuovi che tuttavia devono fare riflettere. Ci si dimentica troppo spesso che è solo nei sistemi presidenziali che i cittadini votano direttamente un primo ministro. Nei regimi semi-presidenziali, come quello portoghese, è il parlamento l’organo sovrano a decidere a quale premier accordare la fiducia. I deputati esercitano senza vincolo di mandato la propria azione e quindi non sono necessariamente obbligati a rispettare pedissequamente le promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto quando queste non siano rispettabili, ad esempio perché il proprio partito non ha ottenuto la maggioranza assoluta.

In un momento di molteplici e fantasiose innovazioni costituzionali giova ricordare quale dovrebbe essere l’abc del funzionamento di una democrazia rappresentativa.

Il secondo punto della mozione di sfiducia è ancora più pretestuoso del primo e può essere riassunto più o meno in questo modo: in Portogallo da 40 anni governano partiti moderati, l’80% dei cittadini hanno votato per questo tipo di formazioni e quindi la svolta è illegittima: «Si è aperto un orizzonte di radicalizzazione, con il trascinamento del Ps nelle mani di partiti esplicitamente estremisti».

Dopo 4 anni in cui la prima fonte di ispirazione politica è stato il Memorandum stipulato con la troika da ieri il parlamento torna ad essere il centro di decisione ed espressione della volontà popolare.

Parlamento che, usando le parole di Costa, ha deciso di abbattere un muro vecchio di 40 anni: «Una soluzione politica che arricchisce la democrazia, valorizza il pluralismo e diversifica le alternative, garantendo che la maggioranza che ha votato per il cambiamento non venisse frustrata».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento