Oggi si fa presto a dire «turistificazione», che secondo l’Accademia della Crusca è «l’insieme delle trasformazioni architettoniche, urbanistiche, sociali ed economiche dovute al sovraffollamento turistico», ma i primissimi a soffrirne e goderne sono stati proprio i cosiddetti caffè letterari. Un tempo ci si andava a discutere idee, abbozzare disegni e sbozzare riviste, oggi ciò che resta è il sovrapprezzo sul caffè per chi osa sedersi ancora a quei tavolini. Perché i caffè, quando sono davvero letterari, non sanno ancora di esserlo; quando scoprono di esserlo, sono già musei. A Lisbona, quando i prezzi erano ancora schiacciati da un’economia tutto sommato...