Se il Colosseo è una dépendance di Airbnb
Mali culturali La legge del 1 novembre per le rievocazioni storiche viene «reinterpretata» con i turisti-gladiatori nell’arena dell’Anfiteatro Flavio: è la valorizzazione nell’era Meloni-Giuli
Mali culturali La legge del 1 novembre per le rievocazioni storiche viene «reinterpretata» con i turisti-gladiatori nell’arena dell’Anfiteatro Flavio: è la valorizzazione nell’era Meloni-Giuli
«Tutti abbiamo in mente il Colosseo, per secoli palcoscenico di epici scontri con i suoi protagonisti: i gladiatori». Chi avrebbe mai detto che la miglior pubblicità al Gladiatore 2 l’avrebbe fatta il Parco archeologico del Colosseo, che con Airbnb offrirà a pochi eletti «sangue e arena»?
Proprio nel giorno dell’uscita del film di Ridley Scott nelle sale italiane, il ParCo ha infatti annunciato che Airbnb – la celebre piattaforma mondiale di viaggi, che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi – stanzierà 1,5 milioni di euro per la realizzazione del progetto Il Colosseo si racconta.
Se l’accordo prevede il rinnovo del percorso museografico diffuso e dei temi permanenti all’interno dell’Anfiteatro, la notizia che ha fatto impazzire i media provocando però anche lo sconcerto di una parte della società civile e di alcune autorità politiche, è quella relativa a un’esperienza esclusiva per «imparare l’arte gladiatoria», prenotabile appunto tramite Airbnb. Gli «ospiti», si precisa nel comunicato – che pur diramato da un istituto culturale tra i più prestigiosi del paese ha integrato con nonchalance il linguaggio dell’azienda partner –, accederanno al Colosseo al tramonto, dopo la chiusura al pubblico.
Saranno condotti nei corridoi sotterranei, che i gladiatori percorrevano prima di combattere, e successivamente faranno il loro ingresso nell’arena, dove – grazie alla guida delle associazioni di rievocazione Ars Dimicandi e Gruppo Storico Romano – avranno l’opportunità di imparare alcune tecniche del combattimento gladiatorio. «Per la prima volta – si legge ancora in un comunicato a tratti surreale – il Colosseo tornerà a svolgere la sua originaria funzione di edificio da spettacoli, con un salto indietro di quasi 2000 anni, grazie anche agli allestimenti filologici sia sul piano arena sia negli ipogei».
Mentre la direttrice del ParCo Alfonsina Russo insiste sull’aspetto emozionale dell’iniziativa, la responsabile delle relazioni istituzionali di Airbnb – Italia Valentina Reino sottolinea l’impegno per la promozione e la valorizzazione del turismo del patrimonio, affinché «l’immaginario collettivo si avvicini con la realtà storica, anziché separarsene». Le fa eco Dario Battaglia, presidente di Ars Dimicandi, per il quale si tratta di una «proiezione del mondo moderno “dentro” il passato».
Con questi obiettivi, ad allontanarsi è invece proprio la conoscenza dell’Anfiteatro Flavio nel suo significato di monumento, che non può essere unicamente ridotto alla «proiezione» contemporanea della sua funzionalità antica più popolare. Con tale accordo il Colosseo, simbolo della gloria dell’impero romano ma anche della lunga e complessa storia della città di Roma, viene banalmente trasformato nella sua caricatura cinematografica, come fosse uno di quei souvenir kitsch da bancarella che tutti possono comprare.
Malgrado le «prodezze» per giustificare l’aspetto scientifico del progetto, il ParCo – che nel 2023 ha attirato oltre 12 milioni di visitatori tra Colosseo e Foro romano – continua dunque a puntare sugli aspetti folkloristici e commerciali. Ciò che lascia interdetti è soprattutto il partenariato con Airbnb, per giunta spacciato per promozione di un turismo più consapevole. Parole che hanno fatto insorgere Viviana Piccirilli Di Capua dell’Associazione Abitanti Centro Storico Roma, che non esita a definire vergognoso il coinvolgimento nell’offerta culturale di Roma di chi sta contribuendo a stravolgere storia e vita quotidiana degli abitanti del centro storico, patrimonio Unesco.
Anche il neo assessore alla Cultura di Roma capitale Massimiliano Smeriglio chiede un passo indietro su una proposta che riafferma, ancora una volta, un principio di mercificazione e consumo della cultura. Federico Mollicone, presidente della VII commissione Cultura del Parlamento, che ha appena promosso la legge 152 del 2024 in materia di rievocazione storica, fa scudo al governo accusando la sinistra di «pregiudizio contro la romanità» e di «odio verso la tradizione e la storia romana».
Insomma, chi è rimasto deluso dal mancato combattimento gladiatorio tra Elon Musk e Mark Zuckerberg, previsto l’estate scorsa nell’Anfiteatro di Pompei e caldeggiato dall’ex ministro Sangiuliano, potrà trovare nuova linfa sovranista nelle competizioni indette da Fratelli d’Italia con la complicità di un’azienda che tra il 2017 e il 2021 ha evaso il fisco italiano per un totale di 779 mila euro. Ave Giuli, morituri te salutant.
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