Pochi egiziani in piazza, ma i servizi temono sollevazioni
Egitto Scontri e 130 arresti ma scarsa adesione alla chiamata del movimento Ghalaba. Vuoi per l'ingente dispiegamento di forze di sicurezza, vuoi per i dubbi sugli organizzatori
Egitto Scontri e 130 arresti ma scarsa adesione alla chiamata del movimento Ghalaba. Vuoi per l'ingente dispiegamento di forze di sicurezza, vuoi per i dubbi sugli organizzatori
Pochi egiziani ieri sono scesi in piazza sotto l’ombrello del Movimento Ghalaba (dei poveri) che aveva chiamato alla protesta contro la grave crisi economica che sta colpendo le classi più basse. Si sono registrati scontri sporadici e 130 persone sono state arrestate.
Ma nelle principali città in pochi hanno risposto alla chiamata, vuoi per l’ingente dispiegamento di forze di sicurezza già da giovedì sera, vuoi per la natura non chiara del movimento nato online. Nessun gruppo o partito politico ha aderito, tranne i Fratelli Musulmani che solo giovedì hanno annunciato la partecipazione. Molti ritengono che Ghalaba sia nato in Turchia e nel Golfo e manovrato dalle potenze regionali.
Ciò non significa che la situazione socio-economica non sia al collasso: l’inflazione vertiginosa, la svalutazione della sterlina, la scarsità di beni di prima necessità e il taglio dei sussidi portano alla fame molte famiglie.
Un pericolo che ha spinto i servizi interni ad intervenire: il mese scorso, rivela una fonte interna a Middle East Eye, hanno inviato al presidente al-Sisi un rapporto che indica un calo consistente di popolarità, soprattutto nelle zone più marginalizzate, mentre il governo è impegnato in progetti faraonici.
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