Il palazzo delle torture, dei sequestri, degli assassinii diventerà un albergo di lusso? Il regime egiziano si prepara a cancellare il luogo dove centinaia di militanti, di oppositori sono stati rinchiusi, massacrati, uccisi?

Il quotidiano il manifesto in un articolo firmato da Chiara Cruciati ha rivelato il piano, gestito direttamente dagli emissari di al-Sisi, vale a dire i medesimi che hanno progettato la cancellazione dei diritti politici, civili, sociali.

La conferma arriva da Hossam el Hamalawy, militante comunista e giornalista, che ha ricordato come il luogo dove sorgerà un albergo della catena Mariott sia stato il centro delle attività di tortura e pestaggio di migliaia e migliaia di cittadine e cittadini, tra cui anche Giulio Regeni.

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Sarà il caso di ricordare che il regime continua a non collaborare nell’accertamento della verità, nonostante le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva annunciato la piena collaborazione di al-Sisi e soci. Naturalmente, non è accaduto nulla. Questo sarebbe il paese amico? Il paese sicuro con il quale firmare le intese o dove trascorrere le vacanze?

L’inchiesta de il manifesto rivela il cinismo delle autorità egiziane, ma anche l’indifferentismo etico degli inquirenti.
Vogliono cancellare il ricordo e persino l’odore delle camere di tortura, che sono già state o saranno spostate altrove, lontano da orecchie e occhi indiscreti.

Nel frattempo, è indispensabile sostenere chi continua a battersi per le «Giulio e i Giulio» di Egitto. Nella speranza che possa arrivare il giorno della liberazione e, abbattuto l’albergo, si possa realizzare un museo dedicato ai sequestrati, torturati e uccisi, con i loro nomi e le loro storie.

*Coordinatore nazionale Articolo 21