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Più bombe sull’est e il sud dell’Ucraina. La marina russa nel porto di Mariupol

Più bombe sull’est e il sud dell’Ucraina. La marina russa nel porto di MariupolDistruzione a Chuhuiv, nella regione di Kharkiv – Ap

La guerra di Putin si allunga Secondo vari siti di intelligence i russi avrebbero perso un terzo delle loro forze. Anche Odessa sotto attacco, coprifuoco straordinario

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 9 aprile 2022

Secondo i servizi segreti britannici il ridispiegamento delle truppe russe dal nord all’est dell’Ucraina richiederà almeno una settimana. L’informazione coinciderebbe con le previsioni del governo di Kiev che qualche giorno fa parlavano di un probabile attacco in forze da parte dei russi nel fine settimana di Pasqua.

IN MOLTI SITI DI INTELLIGENCE si legge che l’esercito di Mosca avrebbe perso circa un terzo delle proprie forze, sia uomini sia mezzi, presenti sul territorio ucraino dal 24 febbraio a oggi. I restanti due terzi sarebbero al momento distribuiti tra la Bielorussia e l’est.

Ora, ignorando i piani dello stato maggiore di Putin, le ipotesi più accreditate sembrano essere due. La prima riguarda la possibilità che gli invasori abbiano effettivamente deciso di abbandonare il progetto di conquistare Kiev, almeno nel breve termine. In tal caso, i circa 40mila uomini che la settimana scorsa hanno ripiegato oltre il confine bielorusso sarebbero già in marcia verso l’oblast di Kharkiv e il Donbass. Da qui poi alcuni si sposterebbero verso la Crimea e andrebbero quindi a dar manforte al contingente di occupazione di Kherson e, forse, si unirebbero alla spinta finale verso Mykolayiv e Odessa.

Gli attacchi sistematici dei depositi di carburante dell’esercito ucraino e delle basi militari lungo la costa del Mar Nero potrebbero rappresentare proprio l’anticipazione di questa mossa tattica. Secondo Segiy Haidai, il governatore dell’oblast di Lugansk molto presente nei notiziari ucraini negli ultimi giorni, sarebbe proprio l’ipotesi più accreditata in quanto «la Russia sta cercando costantemente di sfondare la linea di difesa nell’est dell’Ucraina».

VALE ANCHE LA PENA RICORDARE le parole del ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che in precedenza aveva ammonito il mondo Occidentale sul fatto che «la battaglia del Donbass assomiglierà alla seconda guerra mondiale, con operazioni su larga scala che coinvolgono migliaia di carri armati, veicoli blindati aerei e artiglieria».

La seconda ipotesi è che in realtà si tratti di un bluff, ovvero che Vladimir Putin non abbia affatto rinunciato alla “guerra totale” ai suoi vicini e che, in realtà, non si sia trattato di una ritirata «per dimostrare la buona fede di Mosca nei trattati di pace» ma di un temporaneo dislocamento per riorganizzare le forze in campo. «Molte di queste forze richiederanno un significativo rifornimento» si legge nella nota britannica citata in apertura.

IN ENTRAMBI I CASI LA COSTANTE è che siamo a un punto di svolta ma non in senso distensivo.
È difficile dire se, come credono in molti, la guerra durerà mesi o se si esaurirà a breve, ciò che è certo è che ci aspettano settimane difficili segnate da un aumento degli attacchi aerei e missilistici da parte della Russia.
Già in questi ultimi giorni i bombardamenti delle città a est e a sud si sono intensificati e le forze russe sono riuscite a guadagnare terreno anche intorno alla città di Izium, strategicamente molto importante data la sua posizione a metà strada tra la capitale del Donbass ucraino, Kramatorsk, e Kharkiv. Del resto, l’intera regione è stata bombardata ripetutamente nelle ultime ore e, secondo il governatore locale Oleg Synehubov, 15 persone sarebbero rimaste ferite negli attacchi ai quartieri residenziali del capoluogo e di Derhachi, poco più a nord.

Tuttavia, poco più a nord, nella città di Sumy, che è stata uno dei principali teatri della prima fase del conflitto, sembra che gli ucraini abbiano ripreso interamente il controllo della regione. A dirlo è stato il governatore dell’oblast di Sumy, Dmytro Zhyvytsky, attraverso un post sulla propria pagina Facebook. «La nostra regione è completamente libera dalle forze russe» ha scritto, «ma si possono sentire ancora delle esplosioni causate dai reparti speciali che stanno bonificando l’area dagli ordigni lasciati dai nemici».

ZHYVYTSKY HA SOTTOLINEATO che la zona è ancora insicura e che gli «automobilisti non dovrebbero guidare sui lati delle strade o sulle strade secondarie nelle aree di campagna in quanto non è ancora chiaro se ci siano delle aree minate e quali siano.

Intanto sulla situazione di Mariupol si è espresso anche il Rappresentante per i Diritti Civili alle Nazioni unite dell’Ucraina, Lyudmila Denisova, in un’intervista al Daily Telegraph inglese. Denisova ha pubblicamente accusato Mosca di aver attuato una campagna di coscrizione coatta nel porto ucraino sotto assedio da un mese e nella città di Vasylivka, nell’oblast di Zaporizhzhia.

Al momento la denuncia non ha trovato riscontro in testimonianze dirette ma, di contro, ciò che sappiamo è che le forze russe sono entrate nel porto di Mariupol. In un video diffuso sul noto canale “Wargonzo” di Telegram, il cronista russo da sempre al seguito dei militari ha mostrato le strutture dell’arsenale mentre, dall’altro lato, siamo venuti a conoscenza del fatto che la nave ammiraglia ucraina “Donbass” sta bruciando nelle acque del porto. Inoltre, non abbiamo conferme ma al momento sembra molto verosimile, unità russe e truppe della DPR si avvicinano via terra.

CONCLUDIAMO CON ODESSA che da domenica scorsa ha vissuto un peggioramento progressivo del contesto bellico. La città così come le aree limitrofe sono costantemente attaccate da diversi giorni e stamane un nuovo bombardamento lanciato dalle navi da guerra russe nel Mar Nero ha danneggiato gravemente alcune infrastrutture della regione. Stando alle dichiarazioni di alcuni giornalisti in loco, tra gli edifici colpiti ci sarebbe anche l’ennesima base militare e il numero dei caduti potrebbe essere molto significativo. Forse anche per questo, il sindaco di Odessa, Gennadyj Truchanov, ha indetto un coprifuoco straordinario di un giorno e mezzo.

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