L’Unione europea si svegli «con urgenza, i rischi di una guerra con Putin «non dovrebbero essere esagerati, ma vanno affrontati». Bisogna quindi «ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative per vincere la battaglia. E per assicurarsi di avere la giusta quantità di materiale e la superiorità tecnologica di cui potremmo avere bisogno in futuro» .

Se il presidente francese Macron non esclude l’invio di truppe in Ucraina, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo intervento di ieri alla sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo ha intonato un armiamoci o stringiamoci a coorte. «Dobbiamo potenziare molto velocemente la nostra capacità industriale di difesa nei prossimi cinque anni» ha detto. L’idea di una pace permanente e la convinzione che l’economia russa sarebbe crollata portandosi Putin con sé sono solo «illusionI andate in frantumi». Ma dopo l’invasione dell’Ucraina c’è soprattutto «l’illusione che l’Europa, da sola, facesse abbastanza in materia di sicurezza, sia essa economica o militare, convenzionale o informatica». Per questo ora «l’Europa deve spendere di più» per la difesa, dando priorità agli appalti congiunti. «Proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale».

Ma gli alleati stiano tranquilli, «un’Europa più sovrana inmateria di difesa è è un rafforzamento della Nato». In ogni caso «con o senza il sostegno dei nostri partner, non possiamo permettere che la Russia vinca. E il costo dell’insicurezza, il costo di una vittoria russa, è di gran lunga superiore a qualsiasi risparmio che potremmo fare ora».

Per i soldi ieri a Strasburgo è andato in scena anche il gioco di sponda con la Banca europea degli investimenti. Von der Leyen ha apprezzato la disponibilità manifestata dalla presidente Nadia Calvino a fare di più, mentre questa ha lodato l’approccio, ricordando la quantità di miliardi già investiti e i progetti in atto per far decollare il giro d’affari.