Il servizio postale negli Stati Uniti ha una valenza diversa rispetto a quella italiana. I cittadini gli affidano documenti importanti come il passaporto e anche il voto. E’ un servizio percepito come affidabile, ma in questi giorni questo rapporto idilliaco sembra essersi incrinato, e il servizio postale Usa sta affrontando cause legali con 16 Stati, più il Distretto di Columbia e una coalizione di gruppi ambientalisti che cercano di impedire l’acquisto di migliaia di camion a benzina per la consegna della posta.

Si tratta di 3 cause separate, presentate dagli Stati e dai gruppi ambientalisti di New York e della California che hanno chiesto ai giudici di ordinare una revisione ambientale più approfondita prima che il servizio postale proceda con il programma di acquisto dei nuovi veicoli ad alto impatto ambientale; i querelanti sostengono che i nuovi furgoni postali alimentati a combustibili fossili provocherebbero danni ambientali per decenni a venire.

Anche se queste cause legali non dovessero fermare gli acquisti, hanno comunque la possibilità di ritardare ulteriormente gli sforzi del servizio postale di sostituire i vecchi camion per le consegne entrati in servizio tra il 1987 e il 1994.

Nel complesso, la flotta del servizio postale comprende attualmente 190.000 veicoli per le consegne locali e più di 141.000 di questi sono vecchi modelli privi di caratteristiche di sicurezza basilari come airbag, freni antibloccaggio e telecamere di backup.

I nuovi veicoli a benzina in condizioni in cui non si usa l’aria condizionata sarebbero in grado di percorrere 23,7 chilometri con un gallone di benzina (3,7 litri), rispetto ai 13,5 dei veicoli più vecchi, ha sottolineato il direttore del servizio postale.

“Questa nuova flotta è comunque ad alto consumo di benzina, e garantisce decenni di inquinamento ad ogni cartolina e pacco” ha affermato invece Scott Hochberg, avvocato del Center for Biological Diversity, parlando delle scelte del direttore generale delle poste Louis DeJoy che i procuratori generali di 16 stati, 14 dei quali con governatori democratici, hanno citato in giudizio a San Francisco.

Nella stessa sede è stata intentata anche una causa separata da parte del Center for Biological Diversity, Earthjustice, CleanAirNow KC e Sierra Club, e una causa ulteriore è stata presentata dal Natural Resources Defense Council e dalla United Auto Workers di New York.

Il procuratore generale di New York Letitia James ha affermato che il servizio postale ha utilizzato “un processo decisionale fatalmente imperfetto che ha portato a un risultato irresponsabile dal punto di vista fiscale e ambientale”.

Secondo DeJoy, la scelta del servizio postale statunitense (Usps), non è dettata da incuranza nei confronti di un tema tanto importante come la difesa dell’ambiente, ma dalla mancanza di fondi necessari per aumentare il numero di veicoli elettrici, che potrebbero essere commissionati se ci fossero finanziamenti disponibili.

I senatori democratici “centristi” Manchin e Sinema, foto Ap

In realtà questi finanziamenti ci sarebbero, e ammonterebbero a 6 miliardi di dollari stanziati nel Build Back Better Act di Joe Biden, pensati proprio per aiutare l’Usps a passare ai veicoli completamente elettrici, e la proposta di budget 2023 della Casa Bianca include anche 300 milioni di dollari per veicoli postali elettrici e stazioni di ricarica.

Purtroppo, però, il disegno di legge Build Back Better è bloccato al Senato dal voto contrario di due senatori democratici moderati, Kyrsten Sinema dell’Arizona e Joe Manchin del West Virginia.

L’opposizione di Manchin a diversi programmi sociali, inclusi un credito d’imposta ampliato per i bambini, la remissione del debito dei prestiti studenteschi, l’immigrazione e il modo più efficace per abbassare i costi energetici, ha condannato il piano Build Back Better a questo stallo che sta contribuendo a rendere sempre più difficile per il partito democratico mantenere il controllo di Camera e Senato alle elezioni di midterm del prossimo novembre.

Uno dei grandi problemi che questa amministrazione sta affrontando proprio in vista delle elezioni, infatti, è l’impressione di poca coesione e di lotte interne in un partito che, anche se obtorto collo, ha spostato il suo asse più a sinistra, mentre l’ala centrista è più vicina ai repubblicani che ai Dem. Quest’ala, pur essendo striminzita e ridotta a un paio di senatori, è diventata il vero ago della bilancia

“Personalmente ho sempre avuto un messaggio coerente e unitario, ma non è sincronizzato con gli altri 49 senatori”, ha detto Manchin rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se pensasse che i Democratici stessero riuscendo a proporre un messaggio unificato.