Dopo nove giorni di proteste di massa, lo stato d’emergenza e il coprifuoco e i militari per le strade come all’epoca della dittatura, dopo la criminalizzazione dei manifestanti e la repressione selvaggia, dopo i morti – il bilancio ufficiale è salito a 18, ma potrebbero essere molti di più – e gli innumerevoli feriti, dopo gli arresti e le torture, il presidente Sebastián Piñera, alle 21.30 ora locale di martedì, ha chiesto perdono. «Non siamo stati capaci di riconoscere la situazione di ingiustizia», ha detto, accorgendosi solo ora, dopo un anno e mezzo alla guida del paese, di una realtà...