Una vittoria del centrosinistra in Abruzzo avrebbe agevolato, o meglio obbligato, la definizione di un campo largo in Piemonte. Le ripetute prove di alleanza tra Pd e M5s – frenate localmente e sollecitate da Roma – non avevano finora dato frutti, tant’è che i fautori dell’unità speravano che un’agognata vittoria di D’Amico indicasse la strada da seguire, nonostante i malumori, le tensioni e le divisioni mai limate.

Negli ultimi giorni si faceva addirittura il nome di un candidato civico: era ritornato in auge quello del presidente dell’Ordine dei medici Guido Giustetto. Non è andata così, il cammino non è più obbligato e i partiti dell’opposizione valutano l’alternativa di una corsa in autonomia. In pubblico, il segretario regionale del Pd Domenico Rossi è, però, cauto: «Il risultato in Abruzzo conferma che la strada dell’unità è giusta. Servono tempo e passione per farla crescere e diventare sempre di più un progetto politico, così come serve lavorare seriamente sull’astensionismo, ancora in crescita».

Per i dem – dove la diatriba tra Chiara Gribaudo, area Schlein, e Daniele Valle, area Bonaccini, non è sopita – sarà fondamentale l’assemblea di sabato prossimo in cui verrà ufficializzato il da farsi. Il tempo ormai stringe, giugno è vicino. Questa settimana parte la campagna di comunicazione sul territorio dei 5 stelle proprio sulla sanità, uno dei temi di maggior dissenso con il Pd. Previsti banchetti in tutte le province: «A difesa della sanità pubblica e contro le privatizzazioni», recitano i manifesti. Con un riferimento anche a uno dei progetti più discussi e sulla cui collocazione i punti di vista tra le parti del fragile campo largo restano distanti: «Sì al nuovo ospedale di Torino Nord in un’area idonea, non nel Parco della Pellerina, uno degli ultimi polmoni verdi in città».

Insomma, al di là dell’understatement del momento, la strada unitaria è in salita. Ma la parte sinistra della coalizione insiste ancora, invitando i potenziali alleati a fare un passo insieme. Interviene, al proposito, l’assessore al Welfare del comune di Torino Jacopo Rosatelli di Sinistra ecologista: «In Abruzzo i progressisti hanno perso ma hanno giocato la partita fino all’ultimo. Senza unità ciò non sarebbe accaduto. In Piemonte è questo il rischio: correre separati e quindi rinunciare in partenza a offrire un’alternativa alla giunta di destra. Noi siamo convinti che le divergenze fra le opposizioni a Cirio siano ampiamente superabili se c’è la volontà politica di farlo».

Il governatore Alberto Cirio legge il voto di conferma a Marsilio come una buona novella, tutta a suo favore: «Ho sentito Marsilio, gli ho fatto i complimenti e lui mi ha scritto “ora tocca a te”», ha detto a margine della presentazione dei dieci anni del museo di Reale Mutua. Cirio incassa anche il sostegno di Azione, che con la portavoce Gelmini rompe gli indugi: «In Piemonte appoggiamo Cirio».