Politica

Il voto umbro passa per Terni, città operaia in bilico tra passato e futuro

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Regionali L’ex città-fabbrica in crisi e da anni in mano alle destre sarà decisiva

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 7 novembre 2024
Giuliano SantoroINVIATO A TERNI

Forse non è il giorno giusto per accampare allegorie all’americana, ma se davvero l’Umbria è la Pennsylvania d’Italia, la regione in bilico tra le due coalizioni che può ridefinire i rapporti di forza, l’epicentro di questa terra contesa si trova a Terni, l’ex città operaia che da diversi anni è ormai passata a destra e la provincia in cui il centrosinistra ha perso la bussola dei mutamenti sociali. In questo pezzo di rusten belt italica si gioca gran parte della campagna elettorale per le regionali del 17 e 18 novembre prossimi.

Per questo la candidata catto-civica del centrosinistra Stefania Proietti vi si sta dedicando con particolare attenzione nell’ambito del suo tour dei 92 comuni («Almeno una paio di volte a settimana siamo stati in zona», raccontano dal suo staff). E per lo stesso motivo la destra della presidente uscente (in quota Lega) Donatella Tesei ha scelto di allearsi con l’attuale sindaco di Terni: Stefano Bandecchi che per le attività imprenditoriali disinvolte, la logica padronale, i toni populisti e il fare muscolare, per restare all’allegoria, potrebbe essere definito il piccolo Trump di provincia.

Sulla strada che conduce alle Acciaierie speciali Terni c’è un passaggio a livello. È la frontiera, fanno notare gli operai, che detta i tempi della fabbrica che si riverberano sulla città. Anche se, come ha scritto Sandro Portelli indagando il passaggio d’epoca della città, «ragionare su Terni oggi significa prendere atto della sua cambiata composizione di classe: dalla ’città-fabbrica’ a una città che, come tante altre, ha dentro anche una fabbrica, da qualche parte».

Qui arriva Elly Schlein, prima del comizio serale con Stefania Proietti, Alessandra Todde, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e Betta Piccolotti di Avs: è quel che più si avvicina a un evento unitario della coalizione, visto che in Umbria i leader nazionali non si presenteranno insieme per una foto di gruppo. E non è detto che sia un male, mormora qualcuno a mezza bocca.

Oggi lo stabilimento impiega 2400 lavoratori, più 1500 nell’indotto: entrambi valgono il 18% del Pil dell’Umbria. Quando ThyssenKrupp ha venduto ad Arvedi, uno dei maggiori produttori italiani di acciaio al carbonio, è stato annunciato un accordo di programma che vale un miliardo di euro di investimenti e la decarbonizzazione della produzione, condizione per continuare a fare siderurgia a ridosso della città. Ma da due anni e mezzo è tutto fermo: manca l’apporto della politica e delle istituzioni. «Ci aspettavamo che almeno in campagna elettorale se ne parlasse – denunciano le Rsu Fim, Fiom e Uilm rivolgendosi a Schlein – ma nel programma della destra non c’è traccia del futuro di questo stabilimento».

Tra le cinque priorità che abbiamo scelto per il paese – risponde la segretaria del Pd – abbiamo messo anche le politiche per accompagnare la transizione ecologica». Poi traccia un link con la situazione nazionale e internazionale: «Quello che vediamo non è molto diverso da quello che già stiamo vedendo con l’estrema destra al governo del paese – dice Schlein ai delegati sindacali del Polo chimico e delle acciaierie – Promettevano di abbattere le accise, invece le alzerà, promettevano di fare i blocchi navali invece buttano 800 milioni degli italiani per deportare otto persone alla volta per poi doverle anche riportare indietro e intanto tagliano la sanità pubblica mentre la gente anche qui in Umbria non riesce più a curarsi e intanto blocca il salario minimo in un paese che ha i salari più bassi d’Europa».

Proietti l’altro giorno è finita sotto l’occhio del ciclone per aver compiuto un gesto plateale: nel corso di un’iniziativa pubblica ha stracciato il programma elettorale delle destre che parla di partnership coi privati a proposito della sanità. Ma proprio questo tema, quello della privatizzazione strisciante portata avanti dalla giunta Tesei e dell’indebolimento delle strutture territoriali pubbliche portato avanti negli ultimi cinque anni, è al centro di questa campagna elettorale. Proietti è docente ed esperta di ingegneria delle energie e ambientale. Quando le chiediamo della città operaia ci tiene a ricordare che «Terni è città dell’innovazione. Qui ad esempio nasce la plastica biodegradabile. E poi è davvero una città operaia, perché la gente si identifica ancora nelle acciaierie, c’è coesione tra fabbrica e cittadini, il che è un dato di partenza fenomenale».

A proposito dello stallo sull’accordo di programma sottolinea che «la Regione latita perché non riescono a dare certezze sul costo dell’energia. Ma qui ci troviamo vicino al più grande bacino idroelettrico del centro l’Italia. Dunque, proponiamo che nasca una società mista pubblico-privata che gestisca l’energia e che la dia all’acciaieria calmierando il prezzo».

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