Il Pd in Piemonte evita lo stillicidio della conta interna, con una spaccatura tra aree difficile da sanare, rompe l’impasse e propone «per acclamazione» come candidata a presidente alle prossime regionali Gianna Pentenero, politica e amministratrice di lungo corso, attualmente assessora al Lavoro al comune di Torino.

Una candidatura di mediazione e di sintesi – si tratta di una figura unanimemente stimata – e nella cui scelta è valsa, come in altri recenti momenti, la regia del Nazzareno che aveva invitato i dem piemontesi a evitare un duello interno.

CHIARA GRIBAUDO (parlamentare cuneese vicina alla segretaria Elly Schlein) e Daniele Valle (bonacciniano, consigliere regionale vicino all’influente deputato dem Mauro Laus), che alla vigilia dell’assemblea regionale del partito avevano presentato due distinte mozioni, hanno fatto un passo indietro e il segretario regionale Domenico Rossi ha così annunciato la proposta Pentenero.

Nessuno dalla platea ha alzato la mano quando è stato chiesto di palesare eventuali voti contrari. Una risoluzione interna che però lascia sul tavolo unitario (quel campo largo le cui speranze di attuazione sono, qui, al lumicino) molti problemi aperti.

I 5 stelle, nonostante la stessa Pentenero si sia rivolta a loro «per provare a ripartire insieme», si sono praticamente sfilati e forse, dopo i continui tira e molla, non aspettavano altro: «Registriamo questo cambio di passo e di metodo. Nei prossimi giorni il MoVimento illustrerà il proprio programma e avvierà il percorso per la scelta del proprio candidato».

GIUGNO È VICINO ed è probabilmente la variabile principale che ha portato il Pd a rompere gli indugi, a forzare la mano, e soprattutto a risolvere dall’interno una tensione che da mesi paralizzava il partito.

Il segretario regionale dem Rossi ha fissato la data dell’invio delle liste provinciali per il 25 marzo (pochi giorni fa era il 21). La strada delle forze di opposizioni resta, però, in salita.

Dall’altra parte c’è un candidato forte come l’attuale governatore Alberto Cirio, volto moderato di una maggioranza che Fdi vuole, invece, sempre più marcare a forza di uscite antiabortiste o repressive nei confronti dei movimenti e delle esperienze sociali. Ecco perché il cosiddetto campo largo pareva, sulla carta, l’unica via per una contesa che non fosse impari.

La neo candidata ne è consapevole: «Ci attende un lavoro duro e complesso. Vorrei costruissimo questo percorso velocemente e tutti insieme, ce la si può fare: nulla è impossibile». Dice che «le porte all’alleanza restano aperte» ma che «molto tempo è trascorso e abbiamo bisogno di essere determinati e di andare avanti».

Giuseppe Conte, leader 5s, dopo un iniziale «valuteremo» ha individuato lo scoglio («il problema oggettivo») all’unità nella giunta comunale di Torino, di cui l’assessora Pentenero fa parte ed è guidata dal sindaco Lo Russo i cui attriti con la sua predecessora Chiara Appendino non sono mai stati appianati: «La giunta del Pd che si è insediata dopo la nostra a Torino segue un percorso completamente diverso, ci sono dei progetti che non vengono portati avanti, anzi vengono contrastati, si crea una situazione oggettivamente difficile», ha affermato Conte.

SINISTRA ITALIANA e Sinistra ecologista accolgono positivamente la scelta di Pentenero ma invocano, ancora, l’unità dei progressisti: «Quella di Gianna è una figura autorevole, capace di dialogo e unità e che ha ben chiara la portata della sfida contro il malgoverno della destra di Cirio e Marrone (assessore di punta di Fdi, ndr). Per noi l’unità vera dei progressisti è condizione indispensabile per sfidare gli avversari e offrire una prospettiva a un elettorato deluso che va motivato alla partecipazione. Un Piemonte diverso all’insegna della giustizia sociale e ambientale è possibile».

Nei prossimi giorni si capirà se le vicende lucane condizioneranno il già faticoso percorso piemontese.

Pentenero, 60 anni a giugno, educatrice di formazione, arriva da una lunga esperienza amministrativa (già sindaca del piccolo comune di Casalborgone, poi assessora regionale all’Istruzione nella giunta Bresso e anche al Lavoro in quella di Chiamparino), ora ha il compito di costruire un’alternativa a Cirio.