A metà pomeriggio, nonostante ci siano ancora sezioni da scrutinare, la candidata del centrosinistra Gianna Pentenero chiama Alberto Cirio per complimentarsi per il risultato ottenuto. I giochi, ormai, sono fatti. Per l’imprenditore langarolo prestato alla politica, allievo prediletto di Berlusconi, è bis con una vittoria netta (56%, dato parziale) ma non straripante per il centrodestra, dove gli equilibri interni si sono invertiti a favore di Fratelli d’Italia, che passa dal 5,4% registrato nel 2019 al 24,5%, a discapito della Lega che raccoglie un quarto (9,3%) del suo vecchio e precario bacino.

Alberto Cirio
Berlusconi mi manca a livello umano ed emotivo, prima ancora che politico. Sono molto soddisfatto del risultato perché essere confermati è sempre più difficile
Il centrosinistra, guidato dall’assessora al Lavoro del comune di Torino, si ferma al 33,6% con una buona tenuta dei due partiti principali: il Pd sfiora il 24% (era al 22,4% 5 anni fa), mentre l’Alleanza Verdi Sinistra (in linea con l’exploit delle europee) arriva al 6,5% (Liberi Uguali Verdi nel 2019 prese il 2,4%), ottenendo un risultato estremamente positivo nel capoluogo regionale pari al 10,9%; male i centristi di Stati Uniti d’Europa con un magro 2,4%. Sarah Disabato dei 5S raggiunge un risultato più basso delle aspettative ovvero il 7,7%, mentre Francesca Frediani di Piemonte Popolare ottiene l’1,5%; Alberto Costanzo di Libertà, la lista di Cateno De Luca, non va oltre l’1,1%.

In Piemonte, tra sabato e domenica, ha votato il 55,3% degli aventi diritto e si è, così, nuovamente allargata la fetta degli astensionisti (nel 2019 votò il 63,3%). Cirio dedica la riconferma a Silvio Berlusconi («Mi manca a livello umano ed emotivo, prima ancora che politico») e si dice molto soddisfatto del risultato «perché essere confermati è sempre più difficile rispetto a essere eletti la prima volta». Nega, poi, «particolari preoccupazioni» sulla formazione della nuova giunta, d’altronde la sua personale Lista Cirio ha preso il 12% e sui tavoli delle trattative sarà un deterrente nei confronti delle ambizioni più marcate dei meloniani, che esigono i posti che contano (la sanità). Frizioni e tensioni, però, ci saranno. L’assessore uscente alle Politiche sociali Maurizio Marrone – colui che incarna le posizioni di destra più radicale nella coalizione ed è il padre del fondo antiabortista «Vita nascente» – farà valere le preferenze personali ottenute.

Se il centrodestra brinda, nel centrosinistra è già partita l’autoanalisi (per qualcuno anche la «resa dei conti»). Pentenero si dice «orgogliosa del lavoro che è stato svolto, perché per il tempo che ho avuto ho cercato di fare tutto quello che era possibile». Il tempo mancato è uno dei temi: Pentenero è subentrata dopo la rottura del tavolo per il campo largo con i Cinque Stelle, come mediazione tra le due aree, quella vicina alla segretaria Schlein e quella bonacciniana, che non ha mai visto di buon occhio l’apertura ai pentastellati. «Non capisco bene quale resa dei conti potrebbe esserci, il risultato sulle europee era un risultato che nessuno si attendeva, il risultato delle regionali – precisa – è di grande valore nonostante le cose anche un po’ pesanti che si sono dette in questo periodo, che non ci hanno certamente aiutato». La città di Torino, che la destra avrebbe voluto espugnare, resta di centrosinistra: Pentenero fa il 46,3% e le liste collegate il 49%.

Nel nuovo consiglio regionale, secondo le prime proiezioni, il centrodestra dovrebbe ottenere 30 seggi, diciotto al centrosinistra e due al Movimento Cinque Stelle. Avs potrebbe averne quattro e tra questi, certa di essere eletta, è Alice Ravinale (capogruppo in comune per Sinistra ecologista) la più votata nella città di Torino dopo Mauro Salizzoni (Pd): «Ci rende orgogliosi vedere una forza di sinistra ed ecologista che raggiunge la doppia cifra anche in quartieri popolari come Mirafiori, Vallette, Barriera contro ogni vulgata sui «radical chic» e la «sinistra Ztl». Significa anche che essere radicali sui temi che stanno a cuore alle giovani generazioni, come la questione climatica o quella palestinese, è ciò che ci si aspetta oggi da una forza progressista come la nostra».