Pichetto Fratin flirta con il nucleare per ottenere il «fabbisogno del 2050»
Energia «Visto il consumo dell’Italia, con le rinnovabili non si raggiunge l’obiettivo»
Energia «Visto il consumo dell’Italia, con le rinnovabili non si raggiunge l’obiettivo»
L’Italia continua a flirtare con il nucleare: «Le forze politiche e i cittadini devono essere coscienti che senza nucleare a oggi non ci sono altre forme di energia per raggiungere l’obiettivo del fabbisogno elettrico da qui al 2050», ha detto a Venezia il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo alla seconda giornata della Soft Power Conference. L’idea che si possano ridurre i consumi e il fabbisogno, non lo sfiora nemmeno: «L’Italia – ha ricordato – consuma oltre 300 miliardi di chilowattora annui; la previsione al 2050 è il raddoppio. In questo momento la nostra energia continua ad arrivare dal fossile, ma raggiungere l’obiettivo è impossibile con quelle che sono le produzioni tradizionali, ossia il geotermico, l’eolico e il fotovoltaico. Dobbiamo coltivare ogni altra azione, e questo significa idrogeno e nucleare», ha concluso il ministro.
Peccato che siano i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, a smentirlo: nei primi sei mesi dell’anno la produzione da fonti rinnovabili (+27,3% rispetto al primo semestre 2023) ha superato per la prima volta la produzione da fonti fossili, che ha registrato una flessione del 19% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una ancor più marcata riduzione della quota di produzione a carbone (-77,3%). La retorica dell’esecutivo Meloni però è ostinatamente contraria a quanto gli italiani hanno mostrato di volere, con il voto contrario al nucleare nel 1987 (quando si trattava di chiudere le centrali esistenti) e nel 2011 (quando si trattava di tornare ad aprirne di nuove).
Pichetto Fratin ha ribadito che l’Italia non ama quando le regole imposte da altri, come la Commissione europea, con le proprie strategie per la riduzione delle emissioni: «Non abbiamo bisogno di un approccio proibizionista, ma di qualcosa che sia innovazione, e contempli le esigenze economiche e sociali sul fronte dell’approvvigionamento energetico. Il percorso della tutela ambientale ha come rovescio della medaglia il fronte energetico. Occorre il potere di persuasione, un grande esercizio globale di “soft power” per portare a bordo l’opinione pubblica e applicare nell’Ue il modello migliore. L’azione italiana è all’interno dei Consigli europei e della Commissione, e deve portarci a una visione univoca rispetto all’obiettivo finale, anche se con diverse realtà. Quella dell’Italia, che è un Paese lungo in mezzo al Mediterraneo, che corre maggiori rischi dalla perdita di biodiversità e il cambiamento climatico sulle acque del mare, è diverso dalla scelta e dal percorso di altri Paesi molto più a Nord», ha spiegato il ministro, mettendo insieme talmente tanti elementi in un minestrone indigesto e capace di confondere chiunque. In fondo al piatto la soluzione, insieme all’atomo, è quella dei cosiddetti nuovi combustibili liquidi sostenibili, biofuel che dovrebbero alimentare aerei e navi, per non cambiare in alcun modo il nostro stile di vita occidentale. Quello che ci sta portando verso la «sesta estinzione di massa».
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