Economia

Piano Stellantis, restano le incognite

Piano Stellantis, restano le incogniteStellantis, il tavolo al ministero dello Sviluppo economico con azienda e sindacati – LaPresse

Auto L’azienda al Mise annuncia solo la Panda a Pomigliano fino al 2026. La Fiom: serve un incontro con Tavares

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 11 marzo 2022

Niente firma su Termoli, una buona notizia per Pomigliano e pochissimo altro. L’atteso tavolo Stellantis al Mise fra azienda, governo e sindacati ha confermato le tante incognite che il piano industriale 2030 presentato da Carlos Tavares il primo marzo regala all’Italia, ormai provincia dell’impero del gruppo nato dalla (finta) fusione fra Psa e Fca.

SE DEI «NUOVI 100 MODELLI» promessi da Tavares pochi saranno prodotti in Italia, la vera notizia di ieri riguarda l’allungamento della produzione della Panda: Pomigliano continuerà a sfornarla fino al 2026, allungando lo stop previsto al 2023. Chi si aspettava le firme per l’intesa sulla (terza in Europa) gigafactory di Termoli – 2 miliardi di investimento di cui 369 finanziati dal governo italiano – è rimasto invece deluso: semplice conferma dell’investimento senza spiegare quando finirà l’attuale produzione di motori ora fatta dai 2.369 lavoratori molisani. Nessuna novità per Cassino – fra i grandi stabilimenti quello con meno modelli – e per la Vm di Cento che produce motori diesel.

PIÙ CHE L’OSPITE DI CASA Giancarlo Giorgetti – confermatosi un «ministro fantasma» anche in questa occasione, limitandosi ad annunciare il decreto interministeriale per la prossima settimana sull’intero settore automotive – è stato il ministro del Lavoro Andrea Orlando a dover rispondere alla richiesta dell’azienda, rappresentata dal responsabile Europa Davide Mele, di «azzerare la cassa integrazione utilizzata» in questo primo anno di vita del nuovo gruppo. Dal ministro Orlando è arrivata una risposta specifica negativa – la riforma degli ammortizzatori sociali non lo prevede – ma una più generale su tutto il tema della transizione tecnologica più positiva: «Una sorte di ammortizzatore a livello europeo (come il fondo Sure usato durante la pandemia, ndr) permetterebbe di avere più risorse per adeguare le competenze dei lavoratori che dovranno passare da un settore all’altro. L’automotive è uno dei settori interessati. C’è stata un’apertura con la presidenza francese».

PER TUTTI QUESTI MOTIVI il giudizio dei sindacati non poteva essere positivo.
Per la Fiom «il dato allarmante è che il piano aziendale ha raggiunto risultati finanziari ma per i lavoratori il bilancio è negativo. Occorre aprire un confronto immediato sulle prospettive future per gli stabilimenti di assemblaggio fino alla componentistica che deve necessariamente coinvolgere l’ad Carlos Tavares», «il governo ha aperto sul tema degli ammortizzatori straordinari per la transizione ma sulla politica industriale mancano risposte. Lo stato di mobilitazione per ottenere risposte continua», concludono Francesca Re David e Michele De Palma.
Per la Fim Cisl da Stellantis sono arrivate «le prime risposte concrete per i siti italiani» anche se «è necessario proseguire il confronto per dare continuità e prospettive per tutte le realtà», commenta il segretario generele Roberto Benaglia.
«Buone notizie su Termoli e Pomigliano», sottolinea invece la Uilm.

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