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Per il comizio finale Todde lascia a casa i leader

Per il comizio finale Todde lascia a casa i leaderAlessandra Todde – LaPresse

Regionali La candidata ringrazia Pd e 5S: «È una battaglia dei sardi»

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 20 febbraio 2024

Elly Schlein e Giuseppe Conte non saliranno sul palco per sostenere Alessandra Todde nell’ultimo giorno, venerdì prossimo, della campagna elettorale che si concluderà domenica con l’apertura delle urne e l’elezione del nuovo presidente della Regione Sardegna. L’idea era stata del segretario Cinquestelle. E dal Nazzareno erano arrivati segnali più che positivi: Schlein ha un interesse forte a stabilizzare il rapporto unitario con il Movimento.

È stata Todde a far saltare tutto. Ieri ai microfoni dell’Attimo fuggente, il programma di Luca Telese su Radio giornale radio, la candidata presidente ha detto: «Ho avuto la disponibilità sia di Giuseppe Conte sia di Elly Schlein a venire in Sardegna per la chiusura della mia campagna elettorale. Li ringrazio molto per la loro vicinanza e per il supporto. Ma ho preteso che l’ultimo appuntamento con gli elettori fosse esclusivamente sardo, perché questa in cui siamo impegnati è una battaglia dei sardi».

«Spero con tutto il cuore – ha aggiunto Todde – che dalla Sardegna cominci una resistenza vincente contro lo strapotere della destra e che si possa dire che grazie al voto dei sardi il vento è cambiato. Resistenza è una parola grossa? Bisogna usarla nei confronti di chi è fascista. Stiamo parlando di oscurantismo, di repressione, di chi paragona i ragazzi che occupano le scuole a delinquenti. A chi mi riferisco? L’attuale governo nazionale non si può definire diversamente: sono fascisti e va detto chiaramente».

Un appello, quello di Todde, per impedire che a vincere in Sardegna sia il candidato del centrodestra Paolo Truzzu, leader regionale di Fratelli d’Italia e attuale sindaco di Cagliari, imposto da Giorgia Meloni a Matteo Salvini che chiedeva, invece, la riconferma alla guida della Regione del candidato sardo-leghista Christian Solinas, governatore uscente.

La candidata giallorossa non ha risparmiato neppure Renato Soru, che alle elezioni partecipa alla guida di Coalizione sarda. «I voti per Soru – ha detto – sono voti per Truzzu, per la continuità della disastrosa esperienza di governo della destra. Soru si assumerà la responsabilità delle sue azioni».

Sia Conte sia Schlein in Sardegna ci sono già stati la scorsa settimana e la leader del Pd ci tornerà oggi (con Pierluigi Bersani) e domani. Per entrambi il test sardo è importante. Può confermare o indebolire la prospettiva di una alleanza di lungo periodo tra Pd e M5S. «Spero – ha detto Conte a Sassari giovedì scorso – che i sardi comprendano la credibilità di un progetto che riguarda un ampio fronte di forze genuinamente progressiste».

E l’altro ieri, dopo avere nuovamente presentato la scelta fatta in Sardegna come «un progetto serio e credibile, al quale forze progressiste hanno lavorato per un programma coeso e per obiettivi condivisi», il leader pentastellato ha proposto a Schlein di chiudere insieme la campagna elettorale. Il sì di Schlein c’era: «Ho dato la mia disponibilità a Conte che ha chiesto in questi giorni di spingere insieme per Todde e la vittoria in Sardegna. C’è un grande entusiasmo lì, facciamolo vivere insieme», ha ribadito ieri la segretaria durante la direzione dem.

Ma la candidata presidente i due leader nazionali ha preferito lasciarli a casa. Agli attacchi di Soru, secondo il quale scegliendo Todde i Cinquestelle e il Pd hanno imposto ai sardi un diktat romano interessati soltanto a spartirsi vicendevolmente i candidati alle elezioni regionali che seguiranno quest’anno a quelle sarde (Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria), la leader del Campo largo ha sempre risposto che la sua è una candidatura maturata esclusivamente nell’isola. Rifiutando il sostegno di Schlein e di Conte in chiusura di campagna elettorale, Todde ha voluto dire che le cose stanno davvero così.

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