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Liguria, Italia viva si smarca e Orlando fa appello all’unità

Liguria, Italia viva si smarca e Orlando fa appello all’unitàAndrea Orlando – Ansa

Verso il voto La senatrice Paita: «Iv non parteciperà alle regionali, Conte non ci vuole». I 5s rivelano: «Le liste sono zeppe di renziani che sostenevano Bucci al comune di Genova»

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 28 settembre 2024

È la prima prova del nove e i conti non tornano. Quando in Liguria manca solo una manciata di ore dalla chiusura delle liste per le regionali voilà, il campo largo si restringe. «Italia Viva non parteciperà alle regionali in Liguria, Conte non ci vuole». Si vota tra un mese esatto, 27 e 28 ottobre. L’annuncio arriva ieri nel primo pomeriggio, lo fa Raffaella Paita, capogruppo renziana al Senato. Era la candidata allora Pd che nove anni fa venne sconfitta alle regionali dal centrodestra. Questa è un’altra storia, un altro campo, diversi i numeri in ballo, ma un analogo sentiment capace di lasciare l’amaro in bocca. Liberi tutti, i renziani potranno votare chi gli pare.

Il dem Andrea Orlando, candidato in Liguria del campo progressista, lancia un appello. Arriva con la stessa velocità con la quale si riordinano i tavoli quando si avvicina l’orario di chiusura del ristorante. Dice l’ex ministro Pd: «Una delle parole d’ordine che più spesso mi sento ripetere quando incontro le persone nelle piazze è: unità. Questo è l’appello che arriva dal basso, lo voglio girare al campo largo, ai suoi dirigenti che in questo momento hanno momenti di frizione e lo voglio rafforzare non solo perché, lo voglio dire con molta chiarezza, andiamo incontro a una tornata elettorale importante in Liguria, poi in Umbria e in Emilia-Romagna».

Il richiamo è tempestivo, ma resta la sensazione che la faccenda andasse gestita con maggiore cautela. Quel che racconta la senatrice Paita corrisponde al vero, sono stati i 5 Stelle di Conte a dire no a Iv. Un altro senatore, il pantastellato Luca Pirondini, lo aveva ribadito in un’intervista del 17 settembre a il manifesto. Pirondini, genovese, militante della prima ora, schietto ed equilibrato aveva spiegato: «Non abbiamo nulla a che fare con Iv e non staremo nello stesso perimetro con loro. Lo abbiamo già detto, non faremo nulla politicamente con Renzi». All’obiezione che (pubblicamente) il Pd non avesse già espresso opinioni tanto nette, Pirondini auspicava: «Magari lo farà presto». Il Pd non l’ha fatto, alla fine ci ha pensati Iv a rendere pubblico lo strappo.

Orlando e i suoi credevano di aver trovato una soluzione accettabile nell’esclusione dalle liste del simbolo di Italia Viva. Linea condivisa da molti, non dai 5S. Era in realtà un «compromesso» digerito a fatica da chi, con la passione per i sondaggi, ricordava quanto un sostegno dei renziani facesse calare i consensi rispetto a quello dei pentastellati. Ora anche quella parte del Pd ligure che ritiene indelebile il «tradimento» di Renzi non avrà bisogno di turarsi il naso. Cosa ha davvero provocato il no a Italia Viva vale la pena e la penna di ricostruirlo. Ufficialmente dai Cinque Stelle non arriva nessun nuovo commento. Sarà così fino alla chiusura definitiva dei giochi, questione di ore. E comunque il quadro era già chiaro, basta rileggere le dichiarazioni di Pirondini.

Il senatore, a fine agosto, era stato proposto come candidato nel campo progressista. «Candidatura reale», anche in assenza di un’investitura ufficiale di Orlando. E l’idea Pirondini era tornata d’attualità tra mercoledì e giovedì notte. Motivo? «Non c’è il simbolo, ma le liste sono zeppe di gente di Iv, personaggi che fino a ieri sostenevano Bucci a Genova, in Comune. Così noi non ci stiamo e corriamo da soli», era la chiara posizione dei movimentisti. Che alla fine hanno avuto ragione. E se il 27 e 28 ottobre si andrà alle urne in Liguria, tre settimane dopo toccherà a Umbria ed Emilia Romagna. Qui il campo (almeno per ora) resta largo, Iv in qualche modo ci sarà. Così la Liguria diventa un caso nazionale. Ha pesato la bagarre sul caso Rai che avrebbe visto il Pd troppo allineato con Italia Viva? O la volontà dei 5s di marcare la differenza in Liguria, la terra di Beppe Grillo?

Ancora, sottovoce, dal Movimento: «Balle, la nostra posizione su Iv è sempre la stessa. Loro hanno appoggiato Bucci in giunta a Genova, in realtà lo fanno ancora e si sono ufficialmente smarcati solo dopo che il sindaco di Genova è stato ufficialmente candidato dal centrodestra per le regionali. Bucci, politicamente, fa parte di un sistema che aveva al vertice Toti fino all’arresto. Chiaro? Questa è un’altra storia, una storia sbagliata». Per Umbria ed Emilia si vedrà, in Liguria liberi tutti. Bucci, il sindaco-candidato per il centrodestra, sogghigna: «Iv consiglia ai propri elettori di andare a votare in Liguria dalla parte giusta. Noi abbiamo molti loro elettori dalla nostra parte».

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