«Per Fca l’ecotassa è solo un alibi per disinvestire»
Verso il congresso L’allarme di Fiom e Cgil all’assemblea dei delegati di Riccione Re David: lavoratori ostaggio della trattativa con il governo. Michele de Palma, settore auto: intanto è saltato il piano territoriale a Torino, e va male il confronto nazionale mentre scadono gli ammortizzatori sociali su Mirafiori e Pomigliano
Verso il congresso L’allarme di Fiom e Cgil all’assemblea dei delegati di Riccione Re David: lavoratori ostaggio della trattativa con il governo. Michele de Palma, settore auto: intanto è saltato il piano territoriale a Torino, e va male il confronto nazionale mentre scadono gli ammortizzatori sociali su Mirafiori e Pomigliano
Contro il ricatto di Fiat Chrysler Automobiles, ma denunciando le politiche «estemporanee» del governo. La reazione dell’ex Fiat all’ecotassa con la minaccia di cancellare il piano di investimenti da 5 miliardi agita anche il congresso della Fiom a Riccione.
«I LAVORATORI SONO OSTAGGIO di uno scontro tra Fca e il governo: la messa in discussione del piano industriale che già non garantiva la piena occupazione, rischia di avere effetti negativi sul futuro occupazionale. È saltato il piano territoriale a Torino e sta andando male il confronto nazionale mentre scadono gli ammortizzatori sociali su Mirafiori e Pomigliano», inquadra il problema il segretario nazionale con delega al settore auto Michele De Palma.
Anche di fronte a un’eco-tassa che così come è adombrata «premia le auto più care, gli automezzi per chi se li può permettere e non invece gli inquinanti più diffusi», risulta «inaccettabile che Fca, che ha preso solo incentivi attraverso la cassa integrazione, attraverso tanti strumenti senza nessun vincolo metta il piano industriale sotto ricatto. Il piano industriale va implementato», attacca la segretaria generale Francesca Re David. «L’eco-tassa così come è uscita dal governo – osserva – senza discutere con niente e nessuno, né con i sindacati né con le imprese, senza un’idea di mobilità sostenibile, precipitata così, è un’eco-tassa che non dà possibilità di un vero lavoro sulla mobilità diffusa perché premia le auto più care, gli automezzi per chi se le può permettere e non invece le inquinanti più diffuse». Tuttavia, detto questo, anche per Re David, « il piano industriale va implementato. Un piano industriale – aggiunge – che non è in grado in ogni caso di garantire tutta l’occupazione: non l’hanno garantita nel 2014, non l’hanno garantita nel 2018, ora dicono nel 2021 se tutti fanno quello che dicono loro». Quindi, ha concluso Re David «ci vuole un tavolo governo-parti sociali: tutti dovranno fare la loro parte, anche il governo, perché l’auto che è un settore strategico bisogna che tutte le parti discutano insieme».
SPINTI ANCHE dalla situazione drammatica dello stabilimento di Mirafiori su cui l’azienda ha chiesto ulteriori ammortizzatori sociali, la posizione della Fiom di Torino è più contro l’azienda. «Fca continua a giocare a nascondino. Usa in modo pretestuoso la vicenda dell’ecotassa sugli autoveicoli e così evita il confronto pubblico e istituzionale sul piano industriale e sulle sue ricadute occupazionali negli stabilimenti. Il governo, che come i precedenti, latita sulle politiche industriali, ha annunciato un provvedimento, senza capo né coda, che lungi dall’essere utile ad uscire dalla situazione di crisi del settore, viene usato come alibi dall’azienda per sfuggire al confronto», affermano la Cgil e la Fiom Torino.
«FCA AVREBBE DOVUTO indicare con precisione – sostengono – l’articolazione delle risorse investite, i tempi di trasformazione delle linee che devono ospitare i nuovi modelli, nonché i tempi certi di avvio delle nuove produzioni e fornire dati credibili sui volumi attesi. Per Mirafiori il solo modello annunciato (500 elettrica, ndr) non è in grado di saturare gli impianti e riassorbire tutti gli occupati, mentre per la Maserati di Grugliasco non c’è niente: sono previsti solo dei restyling del tutto insufficienti a rilanciare lo stabilimento. Servono maggiori investimenti e più modelli. Inoltre, Fca arriva buona ultima a mettere in cantiere il prodotto elettrico. La scarsissima presenza di infrastrutture che ne consentano la circolazione, il prezzo ancora alto, la bassa domanda, tanto più nel contesto italiano, non fanno prevedere adeguati volumi di produzione. Fca apra il confronto e faccia chiarezza».
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