Internazionale

Pechino blocca la più grande Ipo al mondo di Ant

Pechino blocca la più grande Ipo al mondo di Ant

Borse asiatiche Le problematiche sarebbero legate ai prestiti effettuati dalle aziende e a un nuovo sistema di regolamentazione

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 4 novembre 2020

Dopo la convocazione a Pechino dei vertici di Ant financial, la borsa di Shanghai – e a seguire quella di Hong Kong – ha bloccato la più grande Ipo del mondo di Ant Group in programma per giovedì 5 novembre.

I problemi, ancora da decifrare, sarebbero emersi sulle attività di prestito del gruppo. Ieri le principali autorità di regolamentazione finanziaria della Cina avevano convocato il fondatore di Ant Group, Jack Ma, e due alti dirigenti a un meeting. Durante l’incontro sarebbe emerso che la redditizia attività di prestito online della società deve affrontare «un controllo più severo da parte del governo» a seguito di un rafforzamento da parte di Pechino della regolamentazione sui prestatori online.

Come scrive Andrea Pira su Milano Finanza, appena domenica scorsa il Financial News, pubblicazione legata alla banca centrale cinese, aveva lanciato un’allerta.

«Il gruppo, spiegava un commento, è ormai troppo grande e quindi eventuali problemi potrebbero diventare sistemici, con seri rischi di contagio. La stabilità finanziaria e la lotta contro l’eccessivo indebitamento sono infatti da almeno quattro anni una delle priorità per la dirigenza cinese».

Contemporaneamente l’autorità di regolamentazione bancaria ha pubblicato ieri una bozza di regole sui piccoli istituti di credito, ponendo limiti alle loro aree operative, leva finanziaria e licenze.

Come riferisce il Quotidiano del Popolo, le agenzie di regolamentazione sostengono il principio di «apertura, equità e giustizia» nel mercato dei capitali e quando scoprono e affrontano problemi, devono risolverli e correggerli in modo risoluto. Insomma Pechino teme che troppi prestiti senza possibilità di essere restituiti creino fenomeni pericolosi, come già accaduto negli anni scorsi a Wenzhou e proprio in un momento in cui l’affidabilità del mercato interno deve essere garantita in modo da diventare motore del paese.

Nei giorni scorsi su Caixin un articolo sulle «aziende zombie», cioè in piedi solo grazie a prestiti insolvibili, sembra oggi una sorta di avviso alle attività di Ant, nonostante il Quotidiano del Popolo abbia scritto che la sospensione della quotazione sarebbe stata decisa «proprio per salvaguardare meglio i diritti e gli interessi dei consumatori finanziari».

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