Europa

Patto di coalizione per sbloccare i commissari Ue

Raffaele Fitto al Parlamento europeoRaffaele Fitto al Parlamento europeo – foto Alain Rolland

Ue Giornata di trattative ieri a Bruxelles tra i vertici di Ppe, S&D e Renew per superare lo stop dei popolari spagnoli alla socialista Teresa Ribera. Si è lavorato a una dichiarazione che blindi il perimetro della maggioranza europeista

Pubblicato circa 3 ore faEdizione del 20 novembre 2024

L’accordo sui commissari c’è e plausibilmente verrà annunciato oggi. Anche se ieri sera i contorni non erano ancora definiti, all’Europarlamento si sta lavorando su una dichiarazione che metta nero su bianco il perimetro della maggioranza europeista, a partire dalle linee guida stilate per il voto che a luglio ha confermato Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue per altri 5 anni. In serata i leader dei tre gruppi (Weber per il Ppe, Garcia Perez per S&D, Hayer per Renew) hanno messo a punto un testo: il documento verrà sottoposto alla valutazione dei gruppi parlamentari. I tre si sono riuniti in una sorta di «conclave» che si è protratto nella notte per definire i molti dettagli mancanti e di non poco conto. Ma di certo è stata espressa la volontà comune di sostenere la nascente Commissione.

L’INTENTO dell’accordo è quello di dare via libera alle nomine dei sei vicepresidenti esecutivi, bloccate per i veti incrociati sull’italiano Fitto e la spagnola Ribera. Un obiettivo a cui hanno dato impulso sia i liberali di Renew che i Socialisti (S&D), con i Popolari in primo momento riluttanti. Poi, una volta annunciato il nuovo compromesso, il punto sarà come giustificare la decisione nei rispettivi schieramenti, dopo che per giorni si è parlato di «linee rosse» invalicabili dall’una e dall’altra parte. Il Ppe dovrà inevitabilmente digerire l’ok alla vicepresidente socialista spagnola, mentre a S&D toccherà mandare giù l’italiano di FdI (che per il Pd in realtà non è mai stato un grave problema) e anche il commissario ungherese Oliver Varhelyi (blindato da Orbán con la minaccia di far crollare tutto) ma a cui potrebbero essere tolte le deleghe ai diritti riproduttivi. Varhelyi però non rientrerebbe a pieno nel patto in discussione, mentre un ulteriore problema, sia per S&D che per Renew, potrebbe essere l’assenza nel testo di un divieto esplicito alla collaborazione con le forze di estrema destra.

DA MADRID il primo ministro Pedro Sánchez era intervenuto direttamente a blindare il nome di Teresa Ribera, candidata alla vicepresidenza con la pesante delega a Transizione pulita e Concorrenza. La componente spagnola del Ppe ha fatto del no al suo nome una questione di principio. Oggi la ministra è attesa in audizione davanti alle Cortes, messa sotto accusa da Pp e destra per la gestione dell’alluvione di Valencia. L’impuntatura degli iberici ha tenuto bloccato il negoziato per giorni, ma non è riuscito a trascinare l’intero partito. Per le altre delegazioni, ci ha confidato una fonte del Ppe, il veto a Ribera non è una priorità assoluta. I desiderata da parte dei cristiano-democratici rispecchiano interessi variegati. Gli italiani di FI hanno interesse che passi Fitto, il più democristiano dei possibili nomi tra quelli di Ecr. Per il capogruppo Weber, la consegna da parte di von der Leyen è chiara: tessere l’accordo presto.

URSULA appunto. Assente da Bruxelles mentre la barca del nuovo esecutivo sembra «in gran tempesta» e forse anche «senza nocchiero». Dal G20 di Rio, dove con Giorgia Meloni e Sánchez ha parlato anche della futura Commissione, dovrebbe tornare oggi nella capitale europea. Il timing aiuta a stringere: alle 17 è convocata la conferenza dei capigruppo e presidenza dell’Eurocamera. In agenda potrebbe arrivare la valutazione finale dell’audizione dei commissari e la formalizzazione del voto sull’intero collegio il prossimo 27 novembre a Strasburgo.

L’EUROCAMERA ieri ha ospitato per tutto il giorno frenetici incontri tra i vertici dei gruppi parlamentari. «L’accordo è già chiuso e confezionato», confidava al manifesto una europarlamentare Pd/S&D, ai singoli eurodeputati non resta che dare via libera a quanto concordato dai vertici. Sempre che non prevalgano ancora le forze centrifughe.

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