Non è una terza guerra mondiale «a pezzi», ma una vera e propria «guerra totale».
Papa Francesco si corregge e, ricevendo ieri mattina in udienza in Vaticano i partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze dedicata alla «scienza di base per lo sviluppo umano, la pace e la salute planetaria», dice che quella che si sta combattendo è davvero la «terza guerra mondiale» e che non è possibile escludere il rischio di «guerra atomica», da cui finora «il mondo era stato preservato» (a parte le due bombe atomiche sganciate dagli Usa in Giappone al termine del secondo confitto mondiale).

«DOPO LE DUE TRAGICHE guerre mondiali, sembrava che il mondo avesse imparato a incamminarsi progressivamente verso il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e delle varie forme di cooperazione», ha detto Bergoglio rivolgendosi alle scienziate e agli scienziati dell’accademia pontificia. «Ma purtroppo la storia mostra segni di regressione. Non solo si intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi, e anche nuove guerre di dominio, che colpiscono civili, anziani, bambini e malati, e provocano distruzione ovunque». E ha poi aggiunto: «Ho detto che era una terza guerra mondiale “a pezzi”, oggi forse possiamo dire “totale”, e i rischi per le persone e per il pianeta sono sempre maggiori», compreso appunto quello atomico, «che già da tempo avrebbe dovuto essere scongiurato» e invece è tornato di attualità. Bisogna lavorare per «disarmare la scienza e formare una forza per la pace».

Nelle ultime settimane le grida di allarme del pontefice per il conflitto in Ucraina si sono fatte sempre più forti, evocando, anche giovedì scorso, la «guerra mondiale» e il rischio di «escalation nucleare». Ma nello stesso tempo restano assolutamente inascoltate: i combattimenti in Ucraina si intensificano e tre giorni fa, nella base Usa di Ramstein in Germania, i ministri della Difesa dei Paesi Nato – fra cui il “nostro” Guerini – hanno annunciato nuovi massicci invii di armi a Kiev.
Intanto il cardinal Krajewski, elemosiniere del papa e prefetto del nuovo Dicastero vaticano per il servizio della carità, è per la quarta volta in viaggio verso l’est dell’Ucraina (Odessa, Žytomyr, Kharkiv e altre città) per portare aiuti umanitari alla popolazione, oltre che la solidarietà del pontefice.

MARTEDÌ poi Bergoglio partirà per il Kazakhstan, dove si svolgerà il settimo congresso dei capi delle religioni tradizionali mondiali. Non ci sarà l’incontro con il patriarca ortodosso russo Kirill, che ha rinunciato a partecipare al meeting, ma è molto probabile che Francesco avrà un colloquio, mercoledì, con il metropolita Antonij, capo del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ovvero il ministro degli esteri di Kirill. Il congresso si concluderà giovedì, con la firma di una dichiarazione comune, nella quale si parlerà anche di guerra.