La Camera Usa ha approvato una legge per costringere i sindacati dei ferrovieri e le ferrovie ad accettare un accordo provvisorio fra le parti, in modo da impedire lo sciopero previsto per il 9 dicembre. Da mesi una dozzina di sindacati che, messi insieme, rappresentano più di 115.000 lavoratori ferroviari, provano a negoziare i nuovi contratti con condizioni lavorative migliori.

IL DISACCORDO PRINCIPALE è legato al congedo per malattia; a differenza di quasi l’80% dei lavoratori statunitensi, ai dipendenti delle ferrovie non è garantito un solo giorno di malattia retribuito, e anche per poter fare una visita medica devono utilizzare i giorni di ferie, e devono anche farne richiesta con giorni di anticipo.
A settembre le cose sembravano migliorare, anche grazie alla mediazione della Casa Bianca, che aveva portato a un accordo provvisorio tra le ferrovie e i sindacati, che chiedevano un numero sensato di giorni di congedo retribuito per malattia, più ferie, e un aumento di stipendio.

Con la mediazione della Casa Bianca i sindacati erano riusciti ad ottenere un aumento salariale di quasi il 25%, il più grande aumento in oltre 50 anni, ma nessun giorno di congedo retribuito e un solo giorno di vacanza in più all’anno. Questi termini non hanno soddisfatto le aspettative di quattro organizzazioni sindacali, fra cui una delle più grandi, la Smart Transportation Division (rappresenta circa 28.000 conduttori di treni), che si sono ritirate dall’accordo, confermando la mobilitazione prevista per venerdì 9 dicembre.

IL PRESIDENTE JOE BIDEN, per impedire lo sciopero, ha invitato il Congresso a costringere i sindacati a conformarsi; lo sciopero in programma per la prossima settimana sarebbe un vero problema economico per gli Stati uniti, e potrebbe costare all’economia Usa fino a 2 miliardi di dollari al giorno, mettendo in pericolo più di 765.000 posti di lavoro.
La Camera dei rappresentanti ha più o meno obbedito alla richiesta del presidente, approvando una legge che potrebbe rendere possibile l’accordo, anche perché aggiunge al contratto, in una risoluzione separata, 7 giorni di malattia retribuiti. Ora la decisione passa al Senato che deve scegliere se provare a far passare l’accordo precedente dove non sono inclusi i giorni di malattia, o la versione della Camera, con cui i vertici delle ferrovie non sono d’accordo.

NEGLI STATI UNITI IL TRASPORTO merci su strada ferrata è quella predominante e, con un mercato del valore di 80 miliardi di dollari, è in crescita. Entro il 2024 si prevede, un aumento del 30%, dovuto soprattutto alla crescita della domanda durante la pandemia.
Il Congresso ha storicamente riconosciuto i costi sociali delle controversie tra ferrovie e lavoratori: nel 1926, il governo federale si diede ampi poteri per imporre accordi di lavoro all’industria ferroviaria, ma questa volta sul punto chiave del congedo retribuito per malattia, le ferrovie non vogliono cedere. La ragione va ricercata nel taglio del 30% della forza lavoro avvenuta negli ultimi anni; per compensare questa perdita di personale, i lavoratori rimanenti devono sobbarcarsi orari irregolari e avere poco tempo libero, poiché le ferrovie non hanno una grande capacità di forza lavoro inutilizzata.
Trovare un accordo in tempi rapidi è necessario non solo per evitare una serie di problemi economici e per una maggiore agilità, dovuta al controllo del Congresso da parte dei Dem.

ALLA CAMERA, INTANTO, Nancy Pelosi, la storica speaker ottantenne, ha deciso di ritirarsi dalla carica. A gennaio il nuovo leader di minoranza sarà il 52enne Hakeem Jeffries, deputato moderato di New York, primo afroamericano a guidare un partito al Congresso, Quando Jeffries assumerà il ruolo i repubblicani avranno il controllo, ma dal momento che la loro maggioranza sarà la più risicata dal 1931, avrà più potere del solito.