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L’Italia di governo, contraria a ogni forma di transizione ecologica, ha levato ieri un coro di giubilo di fronte al rinvio del voto sullo stop alla vendita di veicoli di nuova immatricolazione a benzina o diesel dal 2035. Per la Lega di Matteo Salvini «la strada è ancora lunga ma non ci svenderemo alla Cina». Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, l’Italia avrebbe addirittura «svegliato l’Europa», come se fosse sensato frenare la transizione verso motori che – a differenza di quelli a benzina o diesel – non comportano un aumento della concentrazione di polveri sottili, causa di quasi 60mila morti premature all’anno nel nostro Paese. Urso si augura «che ora ci sia una riflessione comune per una competitività sostenibile anche nel settore automotive», come se la strategia europea non fosse stata concordata con l’associazione dei produttori. Suona stonata anche la nota del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che ha attaccato «un’impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta». Per il ministro, «l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi».

Eppure, come ricorda un comunicato diffuso ieri dal think tank sul clima Ecco organizzazione di ricercatori che si occupa di cambiamenti climatici), le emissioni di CO2 nell’intero ciclo di vita di un’auto elettrica (dalla produzione all’utilizzo fino allo smaltimento), dato il mix elettrico medio europeo, sono del 55% inferiori rispetto a quelle di un veicolo endotermico di pari peso e potenza alimentato a benzina, e del 47% inferiori nel caso di un veicolo diesel. Ecco cita uno studio del 2020, curato da Ricardo Energy&Environment per la Commissione Europea sulla «Life Cycle Assessment» (valutazione sul ciclo di vita, Lca) dell’auto elettrica.

Le differenze evidenziate aumenteranno ulteriormente nei prossimi anni in uno scenario di incremento della generazione elettrica da fonti rinnovabili, quella insita nella strategia europea Fit for 55%. Aggiunge Ecco: al 2030 la riduzione delle emissioni risulta del 72%, e in uno scenario al 2050 compatibile col mantenimento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, la riduzione arriva all’80%.

Esistono anche altre analisi indipendenti più recenti che si sono occupate dalla valutazione sul ciclo di vita dell’auto elettrica, condotte dall’International Council of Clean Transportation (Icct) nel 2021 e da Transport and Environment (T&E) nel 2022, e giungono a conclusioni molto simili a quelle di Ricardo Energy&Environment.

I tre studi, in sostanza, smentiscono la fake news molto diffusa secondo la quale le emissioni di un’auto elettrica nell’intero ciclo di vita (compresi produzione e smaltimento, non solo nell’utilizzo) sarebbero superiori a quelli di un’auto a motore endotermico, cioè a benzina o diesel.

La fake news nasce dalla falsa convinzione che l’estrazione dei materiali per la costruzione delle batterie di trazione effettivamente emette molta CO2, specialmente in Cina, dove l’elettricità viene in gran parte dal carbone. È vero che le auto elettriche prodotte nel Paese asiatico, a causa del mix elettrico «sporco», hanno un’impronta superiore del 35% rispetto ad una prodotta in Europa, dove si utilizza più energia verde, ma l’e-auto produce comunque meno emissioni di una a motore endotermico, secondo una ricerca del 2022 della Fondazione Caracciolo (il centro studi dell’Automobile Club d’Italia).

Nel comunicato diffuso ieri Ecco cita poi una ricerca del Joint Research Centre (Jrc) della Commissione europea del 2020 sulle emissioni di CO2 delle auto legate al solo utilizzo, «dal pozzo alla ruota», che mettono insieme quelle allo scarico e quelle associate al ciclo di produzione dei combustibili o dell’elettricità consumati. A mix elettrico attuale nella Ue, le emissioni di CO2 “well to-wheel” di un veicolo elettrico risultano fino al 75% inferiori rispetto a quelle generate da un veicolo analogo a combustione interna alimentato con carburanti di origine fossile, e di circa il 25% inferiori rispetto a un veicolo ibrido plug-in. In altri termini, a parità di energia consumata, un’auto elettrica percorre quattro volte la distanza percorsa da un’auto a benzina.