«Le parole giuste», glossario ecologista
La storia dell’Antropocene, appena iniziata, deve essere scritta dall’umanità. Contribuire alla conoscenza e alla consapevolezza necessarie a cambiare è il senso del saggio collettivo Le parole giuste. Glossario ecologista, curato dall’associazione A Sud (per Fandango, 2024; anche eBook). Una cassetta degli attrezzi e una bussola utile per tanti mondi: informazione (il racconto che si fa delle crisi ecologiche è parte del problema), ricerca, attivismo, politica, educazione. A partire dal linguaggio, perché «le parole non sono neutrali e modellano il modo di comprendere il mondo e di agire su di esso».
CRISI CLIMATICA, CONFLITTI AMBIENTALI, conversione ecologica ed educazione: quattro le sezioni tematiche, con contributi di analisi e oltre 80 voci, sintetiche e ricche di fonti. Centrale è il Diritto umano al clima stabile e sicuro: individuato come fondamento del diritto stesso alla vita, impone agli Stati il parallelo dovere di garantirlo. La Giustizia climatica richiede di mettere a fuoco il fatto che, a livello di popoli e aree, a una minore responsabilità corrispondono una maggiore vulnerabilità e maggiori rischi. Lo scenario distopico di Apartheid climatico è stato declinato nel 2019 dal relatore speciale dell’Onu Philip Alston. Nuovo e già adottato da alcune istituzioni è il termine Mapa (acronimo di Most-affected peoples and areas) per definire i popoli e paesi più colpiti, coinvolti anche in un processo epocale: le Migrazioni ambientali e climatiche.
SITUAZIONI CHE CHIEDONO STRUMENTI di tutela, governance, partecipazione, riparazione, ripristino, risarcimento danni. A questi principi dovrebbero ispirarsi la Finanza per il clima (sarà un punto caldo anche alla Cop29) e il meccanismo Loss & Damage (perdite e danni, calcolati in 2800 miliardi fra il 2000 e il 2019; risarcirli appare un miraggio). Dove trovare risorse – in mancanza di percorsi verso il disarmo? Da più parti si evocano sia l’eliminazione dei pubblici Sussidi ambientalmente dannosi (Sad) sia una patrimoniale climatica sui grandi patrimoni e sugli extra-profitti. Del resto, alla radice del degrado ambientale, delle iniquità eco-sociali e della concentrazione sempre maggiore di gas serra in atmosfera si trova l’iper-sfruttamento capitalistico di esseri umani e natura. Nell’attuale Capitalocene, il Colonialismo climatico ha le forme dell’estrazione mineraria, delle guerre per il petrolio, dell’accaparramento di terre e risorse idriche, e perfino di progetti «climatici» non sempre sociali, come i Redd+.
ATTENZIONE ALLE False soluzioni al collasso climatico (più ancora che all’assai minoritario Negazionismo). Per rispettare gli obiettivi di Decarbonizzazione (azione di riduzione delle emissioni climalteranti), molti paesi si propongono di bilanciare i gas serra pur emessi, per arrivare entro il 2050 a Net Zero. Attenzione all’aggettivo «netto»: ecco infatti gli offsets, sistemi per compensare i danni investendo in progetti altrove, magari a poco prezzo. E i Carbon markets, compravendita di crediti di carbonio sui mercati finanziari. O le tecniche Ccs (Carbon Capture and Storage): assai controverse, finora il carbonio che hanno catturato è stato pari allo 0,1% delle emissioni totali. Così si rischia il superamento dei Tipping points, i nove punti critici del sistema climatico: l’Ipcc (organismo scientifico intergovernativo) li definisce «cambiamenti irreversibili».
E LE VERE SOLUZIONI? Intanto gli accordi internazionali riconoscono il Fair Share: gli Stati devono ripartirsi i doveri di riduzione, sulla base di diversi elementi – responsabilità storiche, capacità finanziarie e tecnologiche, diritto allo sviluppo. La Dichiarazione di Rio su ambiente e sviluppo (1992) sancisce il principio della Responsabilità comune e differenziata. In un quadro di equità, l’orientamento verso un Real Zero richiede di ridurre e infine eliminare il ricorso ai combustibili fossili (Phase-out) e delle altre fonti emissive. Questa è la Mitigazione effettiva: rimuovere le cause, spesso occultate a favore di approcci tecnocratici. Inoltre, al punto in cui siamo, sono strumenti dell’azione climatica anche l’Adattamento (per attenuare gli impatti) e la Preparedness (per la protezione delle persone e degli ecosistemi).
ECOATTIVISMO O BARBARIE: in questa scelta obbligata, il Glossario ecologista valorizza le azioni da parte di chi, soprattutto dal basso, difende la visione eco-sociale nelle controversie che ricadono nella categoria del Conflitto ambientale (A Sud ha creato da molti anni un centro di documentazione internazionale, il Cdca). Anche con le battaglie legali (come il Contenzioso climatico e non solo) ci si oppone all’Estrattivismo, al Biocidio, ai Disastri ambientali, al Land and Water Grabbing, al Consumo di suolo, agli Ecoreati e alle Ecomafie, all’Inquinamento atmosferico. L’organizzazione ecuadoriana Acción Ecológica ricorda la sua prima proposta, negli anni 1990, di moratoria petrolifera, nell’ottica del post-estrattivismo (o de-estrattivismo) e del de-sviluppo come trasformazione strutturale – tuttora lontana (così come la Decrescita e l’Antispecismo, altre due voci importanti). Naturalmente, le lotte giuste delle comunità e della società civile non sono Nimby, ma semmai Lulu o Nope: voci a sorpresa da scoprire nel testo.
L’ECONOMIA CIRCOLARE è un termine che va difeso contro gli interessi di chi, nella Gerarchia dei rifiuti, punta al riciclaggio industriale senza mettere al bando l’Obsolescenza programmata e ricorrendo a un generalizzato Greenwashing come strategia aziendale e istituzionale. La vera economia circolare supera l’usa e getta, introduce un vero Ecodesign dei prodotti, ma anche il Diritto alla riparazione e l’Upcycling o riuso creativo. Sul fronte dell’energia, ecco le risposte: Comunità energetiche rinnovabili (Cer), collaborazione e autoconsumo locale, Efficienza energetica, Epr (Responsabilità estesa del produttore), Lct (approccio che considera tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto o di un servizio).
LAST BUT NOT LEAST, L’EDUCAZIONE. Una rivoluzione culturale a partire dalla scuola. Voci ricche di sorprese: Comunità educanti, Apprendimento esperienziale, Outdoor educativo (in risposta all’iper-protezione che diseduca), l’Educazione ecologista con le relazioni socioambientali al centro. Il Glossario ecologista è un utile sussidio per educatrici ed educatori.
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