Ieri in Pakistan due attentati hanno colpito due raduni religiosi in due tra le province più instabili del Paese.
Un primo attentatore suicida si è fatto esplodere vicino a una moschea nella città di Mastung, nella provincia del Balochistan, a pochi chilometri dal confine con l’Afghanistan. Secondo le autorità locali, le vittime accertate sarebbero almeno 52, a cui si aggiungono decine di feriti. In conferenza stampa, il ministro dell’informazione del Balochistan, Jan Achakzai, ha precisato che nel bilancio ufficiale non rientra un numero imprecisato di morti che le famiglie hanno deciso di seppellire senza portarli prima in ospedale.

POCO DOPO il primo attentato, altri due terroristi hanno cercato di assaltare una stazione di polizia nella città di Hangu, nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa, 800 chilometri più a nord rispetto al luogo del primo attentato, ma sempre a poche decine di chilometri dal confine afghano.
Gli attentatori sarebbero stati respinti dalle forze dell’ordine ed entrambi si sarebbero fatti esplodere in due momenti diversi: il primo, vicino alla stazione di polizia; il secondo, all’interno di una moschea vicina, fortunatamente quasi vuota: i fedeli erano già scappati dopo la prima esplosione. I morti, secondo le autorità del Khyber Pakhtunkhwa, sarebbero almeno cinque, più una decina di feriti.

Mentre scriviamo, nessuna organizzazione terroristica ha ancora rivendicato gli attentati che, insieme, segnano uno dei giorni più tragici della storia recente del Pakistan, dove la minaccia del terrorismo è costante, gli attentati scuotono regolarmente la vita quotidiana della popolazione , ma raramente si manifestano con questa violenza e soprattutto in queste circostanze particolari.
Ieri, venerdì 29 settembre, oltre a essere giorno di preghiera per la comunità islamica – di gran lunga la religione maggioritaria in Pakistan – si celebrava anche la ricorrenza di Mawlid an-Nabi, l’anniversario della nascita del Profeta Maometto. In Pakistan, come in gran parte dei Paesi musulmani, il compleanno del Profeta è festa nazionale e tradizionalmente si celebra con processioni molto partecipate anche da bambini che partono dalle moschee.

LA SCELTA degli attentatori di Mastung e Hangu di colpire proprio in questo giorno e in quei luoghi potrebbe solo essere stata dettata dalla volontà di massimizzare il numero delle vittime, ma potrebbe anche indicare un’appartenenza settaria specifica. Mawlid an-Nabi infatti non si celebra nelle comunità che seguono i precetti di un Islam più bigotto e conservatore, quello delle scuole salafite e deobandi.

LE PRINCIPALI organizzazioni ombrello del terrorismo islamico degli ultimi anni, cioè Al-Qaeda e Isis, pur essendo in guerra tra loro sono entrambe di estrazione salafita. E lo è anche l’organizzazione terroristica Tehrik-e-Taliban Pakistan (Ttp, nota anche come i Taliban pachistani, diversi dai Taliban afghani), che però ieri pomeriggio ha subito diffuso un comunicato per prendere le distanze dagli attentati.

Il sospetto è quindi che i due attentati siano opera di due gruppi terroristici fedeli a Isis storicamente attivi proprio nelle due province del Balochistan e del Khyber Pakhtunkhwa: l’Isis-KP (dalla provincia persiana di Khorasan) e l’Isis-PP (da Provincia Pakistana).
Amir Rana, direttore del Pakistan Institute of Peace Studies di Islamabad, intervistato da Al-Jazeera ha detto che l’azione coordinata dei due attentati di ieri potrebbe essere la prima volta in assoluto in cui le due divisioni di Isis attive in Pakistan hanno organizzato due attentati insieme.

IL TUTTO succede in un passaggio delicatissimo per il Pakistan. Nel 2022 il popolare e controverso premier Imran Khan è stato sfiduciato e quest’estate è stato arrestato e rilasciato su cauzione due volte, accusato di una serie di reati, compresa la corruzione. Al momento il Paese è affidato a un governo ad interim che dovrebbe traghettarlo alle prossime elezioni nazionali, previste per gennaio 2024.
In tutto il Pakistan, da oggi, si osserveranno tre giorni di lutto nazionale.