Il Burkina Faso è in lutto per un nuovo massacro di civili con «oltre 100 persone brutalmente assassinate lo scorso 6 novembre nel villaggio di Zaongo», nella zona centrale del paese. Le immagini sui social mostrano corpi senza vita di donne e bambini, anche neonati, uccisi a colpi di arma da fuoco e abbandonati nelle loro case. Le poche testimonianze raccolte dai media locali parlano di «un villaggio completamente deserto, con tutti i suoi abitanti brutalmente uccisi».

Secondo le autorità locali non si conosce, per il momento, l’identità degli aggressori. L’attacco non è stato rivendicato da nessuno dei due gruppi jihadisti presenti nell’area: il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Gsim), affiliato ad al-Qaeda, e lo Stato Islamico del Sahel, affiliato all’Isis.

Se fonti militari contattate da Jeune Afrique indicano «la responsabilità di terroristi», altre fonti locali parlano di ennesimo massacro perpetrato dai Volontari per la Difesa della Patria (Vdp), ausiliari civili dell’esercito.

Il villaggio di Zaongo potrebbe essere stato preso di mira dagli ausiliari come ritorsione contro gli abitanti, accusati di «complicità con i jihadisti», dopo un attacco subito da una pattuglia delle Vdp in un’area limitrofa. Tesi avvalorata anche dal fatto che il villaggio – a differenza di quelli delle località vicine – era “colpevole” di non aver istituito una guarnigione di Volontari.

Il nuovo massacro ricorda quello compiuto sempre dagli ausiliari delle Vdp lo scorso 20 aprile a Karma, nel nord del paese, che provocò la morte di 160 civili. Dopo quell’episodio – come sta avvenendo anche ora – le autorità centrali sono rimaste in silenzio per giorni.

Dopo Karma la portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani, aveva richiesto un maggiore «controllo da parte della giunta militare sull’attività degli ausiliari delle Vdp», aumentati nel 2023 di altre 40mila unità dal presidente ad interim, il capitano Ibrahim Traoré, ufficialmente «per contrastare l’ascesa jihadista nel paese».

L’allarme è stato lanciato dal Collettivo contro l’impunità e la stigmatizzazione delle comunità (Cisc) che nell’ultimo anno ha documentato «diversi casi di flagranti violazioni dei diritti umani», tra cui esecuzioni capitali, sequestri, violenze intercomunitarie e saccheggi contro civili. Il Cisc annuncia che avvierà «un’indagine indipendente», anche se «le modalità dell’attacco e il silenzio da parte del governo centrale fanno pensare ad un coinvolgimento delle Vdp».

Il Burkina Faso è coinvolto dal 2015 in una spirale di violenza jihadista che ha ucciso più di 10mila persone tra civili e soldati, causando circa due milioni di sfollati. In questi mesi la giunta militare ha concentrato i suoi sforzi su una «forte risposta militare» agli attacchi jihadisti, ma dopo un anno il paese è ancora bersaglio di attacchi mortali, con alcune aree del nord sotto il completo controllo jihadista.