La Germania di Olaf Scholz uguale al Terzo Reich di Adolf Hitler. Il giorno dopo la secca risposta tedesca sul finanziamento delle Ong umanitarie in Italia («Il governo Meloni sapeva tutto fin da novembre») e quarantotto ore prima del bilaterale del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con la sua omologa a Berlino, la Lega spara ad alzo zero con la clamorosa intervista rilasciata ad affaritaliani.it dal numero due del Carroccio.

«Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli Stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai socialdemocratici» è l’incredibile tesi sostenuta ieri da Andrea Crippa, vicesegretario del partito di Matteo Salvini, secondo cui gli sbarchi a Lampedusa corrispondono a un chiaro «disegno» della Germania per far cadere il governo Meloni.

Accusa pesantissima prontamente registrata nei cablo diplomatici tedeschi inviati da Roma al ministero degli Esteri di Berlino: sarà certamente fra i molti appunti politici inseriti nel dossier sull’Italia già sulla scrivania della ministra Annalena Baerbock che proprio in queste ore sta limando gli ultimi dettagli del vertice sui migranti con Tajani in programma domani.

Porte aperte a Berlino al collega italiano per discutere della «comune soluzione europea» su flussi e ricollocamenti ma già due giorni fa Baerbock ha chiuso con la chiave della Convenzione europea dei diritti umani la strada del blocco navale invocato dalla premier di Fratelli d’Italia.

«A Berlino fanno di tutto per mettere in difficoltà il governo italiano nella speranza di farlo cadere. Sicuramente i tedeschi non vogliono Meloni né Salvini ma un governo tecnico, Monti o Draghi o chicchessia, o di sinistra, Schlein o altri. È evidente: non vogliono che in Italia governi il centrodestra che mette in discussione gli assetti europei» insiste Crippa.

In pratica la Germania opera sottobanco per «creare una competizione al ribasso nel mondo del lavoro che favorirebbe la disoccupazione dei giovani italiani creando tensione sociale» e l’obiettivo principale della macchinazione organizzata da Spd, Verdi e liberali sarebbe favorire gli immigrati africani a scapito dei moldavi.

«Perché il moldavo, in quanto europeo, è affine alla nostra cultura e quindi non è congeniale al tentativo di mescolarci il più possibile per diluire la nostra identità» chiosa Crippa dopo aver «scoperto» che il reddito pro-capite della Moldavia è «inferiore a gran parte degli stati del Nord Africa».

Insomma, la consueta tesi della sostituzione etnica applicata al nemico politico perfetto: la Germania cui è notoriamente «allergica» pure Giorgia Meloni che però, al contrario di Salvini, è costretta a sbattere i pugni sul tavolo di Scholz a suon di «Caro Olaf» come prova la lettera intrisa di «stupore» inviatagli sabato scorso.

Non a caso la presidente del consiglio preferisce usare come grimaldello contro i veti tedeschi la tedesca Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, sintomaticamente invitata all’hot-spot di Lampedusa proprio nei giorni in cui in Germania montava l’allarme (ampiamente ingiustificato) sul flusso di migranti al confine con Polonia e Repubblica Ceca.

Il fiume Oder, limes orientale della Repubblica federale, è il Mediterraneo di Berlino, almeno secondo il parallelo copione dell’«invasione di profughi» recitato in Germania non più solo dagli alleati della Lega di Alternative für Deutschland.

Ieri la ministra dell’Interno, Nancy Faeser, della Spd, ha confermato il suo via libera – che verrà annunciato ufficialmente oggi – all’avvio nei prossimi giorni dei «controlli temporanei» ai valichi polacchi e cechi selezionati nel tentativo di «frenare l’afflusso di richiedenti asilo».