Onu: Mosca nega accesso agli aiuti nelle aree colpite dalla distruzione della diga
Il limite ignoto Controffensiva: Piatykhatky, a Zaporizhzhia, è l’ottava cittadina riconquistata
Il limite ignoto Controffensiva: Piatykhatky, a Zaporizhzhia, è l’ottava cittadina riconquistata
Piatykhatky, sul confine occidentale della regione di Zaporizhizhia, è l’ottavo villaggio a tornare in mani ucraine dall’inizio della controffensiva. Lo ha confermato sia il governatore filorusso installato nella regione, Vladimir Rogov, che la viceministra della Difesa di Kiev Hanna Maliar. Che ha però aggiunto che «la situazione a Est ora è difficile. Il nemico ha aumentato le sue forze e sta conducendo un’intensa offensiva nella direzione di Lyman e Kupyan, cercando di strapparci l’iniziativa».
È salito a 52 intanto il numero della vittime del crollo della diga di Nova Kakhovka – quello che ormai è considerato l’opera di un sabotaggio russo come conferma un’inchiesta di tre giorni fa del New York Times, il lavoro di una squadra di esperti internazionali che partecipa all’indagine della procura ucraina e da un’ulteriore inchiesta condotta attraverso le immagini catturate dai droni dall’Associated Press, secondo la quale la Russia aveva «i mezzi, il movente e l’opportunità» per distruggere la diga con l’esplosivo. Trentacinque delle vittime sinora accertate – mentre gli sfollati sono in tutto 11.000 – si trovano in aree controllate da Mosca che ciononostante, denunciano le Nazioni unite, ha rifiutato l’accesso agli aiuti per la popolazione. «Il governo della Federazione russa – si legge in un comunicato della coordinatrice umanitaria per l’Ucraina dell’Onu Denise Brown – ha sinora rifiutato le nostre richieste di accedere alle zone temporaneamente sotto il suo controllo militare». «Sollecitiamo le autorità russe ad agire in conformità con i loro obblighi dettati dalla legge internazionale e umanitaria. Non si possono negare aiuti alle persone che ne hanno bisogno». Attraverso l’agenzia Tass il portavoce del Cremlino Dmity Peskov ha risposto alle accuse dando ogni colpa al «continuo fuoco d’artiglieria» e le «provocazioni» ucraine che metterebbero in pericolo la sicurezza del personale Onu.
La distruzione nel Paese è al centro anche di un cambio di rotta del governo inglese, che ieri ha annunciato che non ritirerà le sanzioni nei confronti di Mosca e i suoi sostenitori finché l’Ucraina non sarà stata compensata per i danni subiti. Lo ha comunicato il segretario agli Affari esteri James Cleverly, parlando di misure che rimarranno quindi in vigore anche nel caso di un ritiro russo dal territorio ucraino.
Ieri un post su Telegram dell’ufficio della procura generale ucraina ha anche aggiornato il numero ufficiale di bambini morti nel conflitto dal suo inizio nel febbraio 2022: sono 490, mentre 1.026 sono rimasti feriti. La maggioranza dei minori colpiti dalla guerra – 465 – si trova nella regione di Donetsk, seguita da quelle di Kiev (284) e Kherson (129). Sette persone sarebbero invece rimaste ferite sull’altro lato del fronte, nella regione russa di Belgorod, da attacchi con i droni condotti dall’esercito di Kiev.
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