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Ong e migranti, il governo prepara la nuova stretta

Ong e migranti, il governo prepara la nuova stretta

Deporto sicuro Nel decreto flussi limiti all’attività degli aerei. E misure per rendere più veloci le identificazioni

Pubblicato circa un mese faEdizione del 28 settembre 2024

Il governo si prepara a varare l’ennesimo giro di vite contro ong e migranti. Lo strumento scelto per ostacolare l’attività delle navi che soccorrono i barconi nel Mediterraneo questa volta è il nuovo decreto flussi al cui interno sono previste misure per velocizzare, in vista dell’apertura dei centri din Albania, le identificazioni dei richiedenti asilo. Ma anche maggiori controlli per evitare che finti datori di lavoro organizzino truffe dietro la promessa di assumere lavoratori stranieri.

Dato praticamente per fatto, il provvedimento doveva essere licenziato dal consiglio dei ministri di ieri ma alla fine è stato deciso di far slittare tutto a mercoledì prossimo quando l’esecutivo tornerà a riunirsi. Una scelta che per le opposizioni sarebbe frutto di una scontro tra i vari ministri. Ipotesi smentita però dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano: «Non c’è nessun contrasto tra le forze politiche», ha spiegato. «C’è la necessità di un approfondimento su alcuni aspetti che richiedono la collaborazione e il coordinamento fra più strutture». Un’esigenza che riguarda in particolare la necessità di consentire l’ingresso di un numero maggiore di badanti e quei lavoratori stranieri a cui scade il contratto di lavoro.

MA APPROFONDIMENTI sarebbero in corso anche per la parte che riguarda le navi delle ong e i migranti. La bozza di decreto circolata ieri prevede infatti che le attività di ricerca e soccorso da parte delle navi non creino situazioni di pericolo non più «a bordo», come previsto fino a oggi dal decreto Cutro, bensì, in maniera più generica, «per l’incolumità dei migranti». Definizione estremamente vaga che lascia spazio a più di una interpretazione. Passano inoltre da 60 a 10 i giorni durate i quali è possibile fare opposizione al fermo della nave.

UN CAPITOLO a parte riguarda infine gli aerei delle ong che pattugliano le acque per intercettare le imbarcazioni in difficoltà. Le nuove norme prevedono l’obbligo per i piloti di avvisare «immediatamente e con priorità» gli enti competenti per l’area attenendosi alle loro indicazioni. Multa fino a 10 mila euro e fermo dell’aereo di 20 giorni per chi viola le disposizioni. Sottolineatura a dir poco strana, visto che comunicare con i centri di coordinamento dei soccorsi dei paesi costieri è una pratica svolta regolarmente dalle ong. Il provvedimento non scende nei dettagli ma una delle ipotesi è che si punti a limitare le operazioni di soccorso alle sole guardie costiere degli Stati mettendo fuori gioco le navi umanitarie. Ipotesi che sarebbe comunque in contrasto con quanto previsto dalle convenzioni internazionali.

C’È POI una serie di misure per velocizzare l’identificazione dei migranti in modo da snellire le procedure accelerate di frontiera facilitando allo steso tempo anche il trasferimento nei centri in Albania e l’eventuale rimpatrio. La bozza introduce l’obbligo per il richiedente asilo di cooperare con le autorità italiane per l’accertamento della sua identità «e di esibire o produrre gli elementi in possesso anche se detenuti sui dispositivi elettronici mobili, relativi all’età, all’identità, alla cittadinanza, nonché al paese o ai paesi in cui ha soggiornato in precedenza». Se il migrante non coopera, «il questore può richiedere all’autorità giudiziaria l’autorizzazione all’accesso ai dispositivi elettronici mobili». Su questo punto i tecnici del ministero della Giustizia avrebbero sollevato la necessità di tutelare la riservatezza del richiedente asilo. Con una modifica a un precedente decreto del 2008, le procedure per l’identificazione potranno avvenire non più solo «durante la sua permanenza in Italia» bensì «durante la procedura di esame della domanda di protezione» che quindi può avvenire anche in Albania.

PER QUANTO RIGUARDA invece più specificatamente l’ingresso di lavoratori stranieri, il provvedimento prevede quote di ingresso sulla base dei fabbisogni di manodopera, cosa che prevederà più click day nel corso dell’anno per tipologie di settori. Per evitare il ripetersi di irregolarità come avvenuto in passato, sono previsti più controlli nelle aziende che impiegano lavoratori stranieri e la segnalazione degli imprenditori che non formalizzano i contratti di lavoro.

Ma negli uffici tecnici si sta lavorando anche su altri due punti che riguardano badanti e lavoratori stranieri con contratto scaduto. Per quanto riguarda le prime, nei giorni scorsi le associazioni di categoria avevano segnalato al governo la necessità di tener conto delle necessità delle famiglie. Per questo si starebbe pensando a una «corsia dedicata» in modo da andare oltre le quote previste per consentire l’ingresso di un numero maggiore di colf e badanti. C’è, infine, il problema segnalato dalla ministra del Lavoro marina Calderone e che riguarda tutti quei lavoratori stranieri giunti alla fine del contratto di lavoro. Per evitare che precipitino nella clandestinità, come avviene oggi, si sta pensando a una sorta di permesso temporaneo che dia loro il tempo di cercare un nuovo impiego.

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