Politica

Omicidio Verzeni, Salvini ne approfitta per menare sulla cittadinanza

Omicidio Verzeni, Salvini ne approfitta per menare sulla cittadinanzaMatteo Salvini – Ansa

Il presunto killer, italiano di origini africane, confessa

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 31 agosto 2024

Che la destra usi i casi di cronaca nera che vedono colpevoli i migranti per giustificare e diffondere le sue politiche razziste non è una novità. Non stupisce quindi che i leghisti abbiano tentato di cavalcare l’arresto del presunto assassino di Sharon Verzeni (uccisa a coltellate nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorso a Terno d’Isola, nella Bergamasca), Moussa Sangare, cittadino italiano con origini della Costa D’Avorio. Anche perché al punto di vista di Salvini, la conclusione delle indagini della magistratura è arrivata al momento giusto.

Il presunto assassino di Verzeni ha le caratteristiche adatte per i sovranisti contrari alla cittadinanza alle persone di origine migrante: è nato nel nostro paese, ha la cittadinanza. Non è parso vero al segretario del Carroccio di avere anche un caso di cronaca da utilizzare nella battaglia contro Forza Italia sullo Ius Scholae e come prova di forza in vista dell’approvazione del Dl Sicurezza.

La notizia del fermo è arrivato poco prima del vertice di maggioranza, giusto in tempo perché Salvini potesse scrivere su X: «Fermato Moussa Sangare, origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon. Spero in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti. Complimenti ai Carabinieri!». Il post, che ha dato la stura ai commenti razzisti sui social è stato seguito a ruota da quelli dei suoi, copione in mano. «Davvero sono questi i nuovi italiani a cui aspiriamo?», il commento della salviniana Laura Ravetto. Mentre il deputato del Carroccio Rossano Sasso accusa sinistra e femministe di coprire il caso. «È questa la dimostrazione che con la cittadinanza italiana non scattano in automatico integrazione e inclusione? Per lei non si mobiliteranno femministe, giornalisti, cantanti, influencer; abbiamo il dovere di svegliare le coscienze».

La polemica politica è servita, il guanto di sfida lo raccoglie l’opposizione («avvoltoi», li ha chiamati il segretario di +Europa Riccardo Magi, «un post orribile», ha scritto invece Luana Zanella di Avs) anche se era riservato a Tajani e alla Chiesa Cattolica. Il primo tace, così come il resto della truppa azzurra.

Il leader della Lega del resoconto del terribile omicidio (senza movente se non la volontà di uccidere, secondo quanto riferito da Sangare alla Procura di Bergamo) ha fatto una selezione. Ha tralasciato ad esempio il fatto che «l’attività d’indagine è stata agevolata dalla collaborazione di due cittadini stranieri che si sono presentati spontaneamente dai Carabinieri. Grazie alle loro dichiarazioni e all’analisi delle telecamere è stato possibile tracciare il percorso del ciclista», come ha spiegato la procuratrice aggiunta di Bergamo Maria Cristina Rota nel corso della conferenza stampa indetta dopo il fermo.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il 31enne in bicicletta ha accoltellato Verzeni 4 volte, dopo aver fatto un tentativo con due adolescenti incontrati per strada. Ha poi seppellito il coltello sulle rive del fiume Adda e lanciato ciò che indossava in acqua. A quanto riferito dalla procuratrice i due non si erano mai visti, l’estetista si sarebbe trovata «al posto sbagliato, al momento sbagliato». «Non c’è nessun movente religioso, né terroristico, non appartiene ad alcun movimento, la vittima poteva essere Verzeni come chiunque», ha specificato Rota.

La procura contesta anche la premeditazione: l’uomo, che non avrebbe assunto né droghe né alcol, aveva in stanza un sagoma per il tiro a segno ed è uscito di casa con 4 coltelli. Il presunto killer è incensurato e sconosciuto ai servizi psichiatrici ma era noto alla Procura di Bergamo: a breve avrebbe affrontato il processo a seguito della denuncia della madre (malata) e della sorella per maltrattamenti. A quest’ultima avrebbe anche puntato un coltello alla schiena. Secondo gli amici, dopo un periodo di lavoro a Londra e negli Stati Uniti, era tornato cambiato anche se aveva raggiunto una breve notorietà tra i provini per Xfactor e i suoi video da milioni di visualizzazioni, alcuni dei quali con noti rapper. «L’arresto cancella tutte le insinuazioni dette su di noi», ha dichiarato il fidanzato della vittima, Sergio Ruocco.

In serata altro intervento del vicepremier Salvini per tentare di smorzare la polemica politica, alimentandola. Dice che non si riferiva allo Ius Scholae, che è stata una interpretazione maliziosa dei giornalisti, anche se leghisti e vannacciani hanno usato l’ashtag #iusscholae. Ma poi, intervistato in Puglia dall’ex compagno della premier, Andrea Giambruno, ribadisce che la modifica della cittadinanza «non è e non sarà all’ordine del giorno né del governo, né del centrodestra, né della Lega. Non serve, non capisco la smania di alcuni di accelerare». E derubrica lo scontro il segretario di Forza Italia a «dibattito agostano»

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