Si è aperto a Kinshasa il processo delle autorità congolesi sull’omicidio dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista del World Food Programme Moustapha Milambo.

La procura militare che gestisce il caso ha tenuto l’udienza per il riconoscimento degli imputati che avrebbero materialmente partecipato all’agguato del 22 febbraio 2021.

GLI UOMINI sotto processo non sarebbero però quelli mostrati nel gennaio scorso dalle autorità del Nord Kivu, una serie di persone gettate a terra scalze e ammanettate che il comandante provinciale della polizia aveva indicato come i colpevoli.

In quella conferenza stampa che aveva lasciato molti dubbi, il generale Aba Van Ang Xavier aveva spiegato che il capo della banda nonché autore materiale dell’assassinio dell’ambasciatore Attanasio era ancora in fuga, ma che la caccia all’uomo stava continuando.

Il processo con i nuovi e ancora poco noti arrestati si terrà a Kinshasa perché l’est della Repubblica Democratica del Congo resta molto instabile, con intere province fuori controllo dal governo centrale. Nemmeno il pool di carabinieri inviati dalla Procura di Roma ha mai potuto raggiungere la zona dell’attentato, quella Route Nationale 2 al centro dei combattimenti più duri fra le forze governative e la milizia M25, armata e finanziata dal Ruanda.

In questa nuova fase potrebbero essere finiti alla sbarra anche i due motociclisti che seguirono le macchine del Wfp comunicando gli spostamenti alla banda degli assalitori e insieme a loro il vero autore degli omicidi che potrebbe essere, secondo fonti locali in Kivu, un uomo di nome Marc Nshimiyimana.

Al processoparteciperà come spettatore interessato anche il nuovo ambasciatore italiano nella Rdc, Alberto Petrangeli. La sede diplomatica, rimasta a lungo scoperta, dal suo arrivo si è subito data da fare per fare luce sui fatti che hanno portato alla morte dei nostri connazionali, come ha dichiarato Petrangeli appena insediato a Kinshasa.

QUESTA NUOVA FASE processuale viene seguita con grande attenzione anche dall’Italia, dove la Procura di Roma continua autonomamente le indagini nonostante la scarsa collaborazione del Wfp che per evitare che i suoi funzionari rispondano delle loro azioni continua ad invocare l’immunità diplomatica.

Da parte congolese, dopo aver incolpato una delle tante milizie ribelli di essere gli autori dell’attentato al convoglio dell’agenzia delle Nazioni unite, adesso pare che sia iniziata una vera indagine che potrebbe portare a individuare gli assassini di Attanasio, Iacovacci e Milambo, ma soprattutto i mandanti di questo atto criminale e tutte le motivazioni che ci sono dietro a questa storia.

La prima udienza non potrà essere risolutiva, ma è comunque un passo in avanti importante da parte degli inquirenti congolesi nel cercare la verità, dopo oltre un anno e mezzo di totale indolenza.