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Oltre Kursk. I droni di Kiev ora arrivano fino a Mosca

Oltre Kursk. I droni di Kiev ora arrivano fino a MoscaVladimir Putin e Ramzan Kadyrov ieri nella nuova moschea dedicata al profeta Isa a Grozny foto Ap

Fronte orientale Raid russi anche sull’altra capitale e nuove conquiste nel Donetsk. Putin vola in Cecenia

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 22 agosto 2024

Per chi non lo avesse capito leggendo il Washington Post di qualche giorno fa, che quello era lo scopo dell’iniziativa militare ucraina in territorio russo, questa «cancella a priori la possibilità di qualsiasi negoziato con il regime di Kiev». La voce ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, lo ha detto ieri alla Tass, l’agenzia di stato putiniana. Che getta invece un velo pietoso sulla selva di droni ucraini lanciati la notte prima sulle regioni russe di Bryansk, Belgorod, Kaluga, Kursk, prendendo infine a bersaglio grosso anche la capitale della Federazione.

NON È UNA PRIMA VOLTA. Ma che si è trattato di «uno dei più grandi tentativi di attacco mai effettuati contro Mosca» lo dice il sindaco Sergei Sobyanin. Dieci droni su undici sarebbero stati neutralizzati in volo, tre aeroporti cittadini su quattro hanno ripreso a funzionare solo nella tarda mattinata di ieri. Un missile – aggiunge il ministero della Difesa russo nel suo comunicato giornaliero – è stato abbattuto nottetempo nell’ovest della regione di Rostov, al confine con l’Ucraina.

Nelle zone interessate dall’attacco transfrontaliero ucraino invece sono ormai un centinaio i villaggi russi finiti sotto il controllo degli “invasori”. Non soprende il rinvio delle elezioni previste a settembre in sette comuni della regione. Né l’allarme che torna ad aleggiare sul tema delle centrali atomiche. Secondo Ria Novosti le autorità russe puntano per fine agosto a una duplice ispezione di Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, il quale oltre a visitare il sito di Zaporizhzhia dovrebbe poi recarsi alla centrale nucleare di Kursk, insidiata dai combattimenti in corso nell’omonima regione russa.

Putin intanto gira al largo. Dopo la visita a Beslan, in Ossezia del Nord, a vent’anni dalla strage nella “Scuola numero 1”, una ricorrenza che gli ha dato fiato per equiparare il “terrorismo” islamista a quello ucraino, il presidente russo ha incontrato ieri a Grozny il suo esuberante sodale ceceno Ramzan Kadyrov per un bilaterale che mancava dal 2011. Un viaggio in segno di minima riconoscenza per l’impegno profuso sul campo di battaglia dalle unità della repubblica russa nel Caucaso. Il leader ceceno gli avrebbe ricordato gli «oltre 47 mila combattenti schierati nell’area delle operazioni militari speciali, compresi 19 mila volontari».

Dal Cremlino non sono filtrate reazioni di sorta all’annuncio della ratifica autorizzata quasi all’unanimità dal parlamento di Kiev del cosiddetto Statuto di Roma, sancendo un’adesione dell’Ucraina alla Corte penale internazionale che da più parti è stata salutata come «passo storico» e «pietra miliare». Minimizzando così la portata del ricorso all’articolo 124, che per sette anni mette al riparo i cittadini ucraini da eventuali incriminazioni. La firma aggiunge però uno dei requisiti richiesti da Bruxelles per accelerare l’iter di adesione all’Unione europea.

ANCHE PER L’UCRAINA ieri è stata un’altra giornata di passione per la mole di attacchi condotti dai russi. Una decina di droni sono stati intercettati e colpiti prima che poteressero raggiungere il cielo di Kiev. Il comandante dell’aeronautica militare ucraina Mykola Oleshchuk ha riepilogato su Telegram: «Mosca ha attaccato con due missili balistici Iskander-M/KN-23 partiti dalla regione russa di Voronezh e un missile guidato X-59/X-69 lanciato dalla regione di Kursk. Inoltre, 69 droni Shaheed sono stati inviati dalle aree di Primorsko-Akhtarsk, Yeysk e Kursk. In totale, l’aeronautica Ucraina ha individuato 72 obiettivi aerei, di cui 51 sono stati abbattuti». Unicef Ucraina inoltre denuncia: «Un bambino ucciso e tre feriti nell’attacco che ha colpito un caffè a Malokaterynivka, nella regione di Zaporizhzhia.

NEL DONETSK le forze russe continuano a spingere. Dopo la conquista di una posto dal nome suggestivo come Niu York, la «liberazione» di Zhelanne annunciata con una certa enfasi da Mosca vorrebbe essere un’altra tappa dell’avanzata verso gli importanti centri urbani di Toretsk e Pokrovsk, colpiti ieri con ripetuti raid aerei e colpi di artiglieria. Nelle due città si continua ad evacuare la popolazione civile. L’offensiva russa secondo fonti militari ucraine si è fatta sentire anche nei dintorni di Kharkiv, Kupiansk, Lyman e Kramatorsk.

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