Oltre 400 nuovi sbarchi a Lampedusa, cresce la paura di finire oltre Adriatico
Migranti 12 approdi tra domenica e lunedì sull'isola. Tra i migranti cresce la paura di essere trasferiti in Albania
Migranti 12 approdi tra domenica e lunedì sull'isola. Tra i migranti cresce la paura di essere trasferiti in Albania
485 persone sono sbarcate a Lampedusa da domenica notte; solo nella giornata di ieri sono stati quattro gli approdi, tra cui le 35 persone soccorse domenica mattina dalla barca a vela Nadir. Questa, della ong tedesca Resqship, aveva individuato l’imbarcazione di legno con a bordo i naufraghi domenica mattina, dopo un’allerta di Alarm Phone. La barca aveva ancora il motore funzionante, per cui l’ong la ha accompagnata per cinque ore prima di trasbordare le persone sulla Nadir sotto il coordinamento della Guardia costiera italiana. A bordo erano presenti egiziani, marocchini e libici, partiti da Abu Kammash in Libia. Tra loro cinque donne, sette bambini e due neonati, oltre a un gatto che viaggiava con una minore di 13 anni. Tra gli arrivi anche quello di una persona proveniente dal Bangladesh partita dalla Tunisia. Negli altri approdi anche persone siriane e diverse provenienti da paesi subsahariani, tra cui donne e bambini.
«SONO GIORNI DI MALTEMPO, nonostante il vento sia calmo c’è molta pioggia – racconta Francesca Saccomandi, operatrice di Mediterranean Hope attiva al molo Favarolo di Lampedusa – Le persone arrivano bagnate e molto stanche, ancora più provate dal viaggio». Ai traumi della traversata si somma ora anche la preoccupazione dell’Albania: «L’informazione è circolata e molte persone arrivano con la paura di essere trasferite là», spiega Saccomandi. Il protocollo prevede che possano essere portati a Shengjin prima e Gjader poi uomini in buono stato di salute, provenienti da paesi considerati sicuri e sprovvisti di passaporto. Nonostante ciò, c’è il timore che si possano aprire nuove procedure e le persone non siano al riparo nemmeno una volta approdate a terra. Le attività della Libra inoltre, al di là di diffondere timore, generano ritardi e difficoltà anche nella ricerca e il soccorso: «Le operazioni sono molto rallentate quando la nave della marina militare è in mare, a causa degli screening eseguiti a bordo, questo significa che la ricerca si ferma. Mentre era operativa abbiamo avuto almeno quattro sbarchi autonomi» aggiunge l’operatrice.
ALL’HOTSPOT di contrada Imbriacola sono oltre duecento le persone presenti attualmente. La struttura ha una capienza di circa 500 posti e il sovraffollamento è momentaneamente evitato dalla velocità delle operazioni di trasferimento. Tra le oltre duecento persone presenti, 21 sono minori non accompagnati. Il cambiamento più grande, però, in questi giorni a Lampedusa, rimane la paura dell’Albania.
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