Smaltita la vittoria degli Azzurri agli Europei di calcio e i fasti seguiti con folle acclamanti al passaggio del pullman che scorrazzava i campioni d’Europa per le vie di Roma (quanta politica di unità nazionale dietro il tricolore!), i riflettori si accendono sui Giochi olimpici di Tokyo. Il Covid ha messo a dura prova e poi in ginocchio ogni velleità nipponiche: le olimpiadi si svolgeranno a porte chiuse. La gran parte dei giapponesi, contrari persino allo svolgimento delle gare, ha vinto ogni resistenza manifestata dal Cio e dal governo. La variante Delta rischiava di contagiare spettatori provenienti da tutto il mondo con conseguenze nefaste. In nome del calcio, in vista degli Europei e in America Latina della Copa America, i cordoni sanitari sono stati allentati, infatti le due manifestazioni si sono svolte nello stesso periodo. Sappiamo quanto la sfera di cuoio sia lenitiva contro ogni dolore, mentre per le olimpiadi il pubblico è bene che stia a casa a godersi le gare davanti al televisore, anche se gli sponsor internazionali, cioè i colossi del mercato mondiale che finanziano lo sport, hanno manifestato il loro disappunto.
I luoghi delle gare saranno aperti solo ai Vip, personalità di primo piano della politica e delle principali aziende sponsorizzatrici dell’appuntamento olimpico. Lo spettacolo deve andare avanti, il profitto ha le sue leggi, e il Giappone che in queste olimpiadi ha investito 7 miliardi di euro tra nuovi impianti e infrastrutture, rischia una pesante recessione economica, mentre il Comitato olimpico internazionale (Cio), correva il rischio di restituire le ingenti somme versate dagli sponsor nelle sue casse, se l’evento olimpico fosse stato annullato. Il presidente del Cio Thomas Bach e il comitato organizzatore giapponese hanno scelto il male minore: rinunciare alla presenza del pubblico e tenersi gli introiti dei diritti televisivi venduti a caro prezzo.

VOLONTARI
A pagare è la gran massa di giovani, che con la maglietta bianca e il Sol levante ben impresso a fianco del logo dei Cinque cerchi, erano deputati a svolgere un ruolo di accoglienza per il pubblico internazionale. Se in Italia la Gkn licenzia gli operai via mail, in Giappone i primi a pagare la chiusura dei cancelli olimpici sono stati i volontari dello sport, infatti i 70 mila giapponesi di tutte le età, compresa una 90enne, che avevano offerto la loro disponibilità nella speranza di assistere gratis a qualche gara dal vivo, sono stati liquidati dal comitato organizzatore nipponico con una mail: non siete più utili.

I PIÙ NUMEROSI
Per restare tra le nostre mura domestiche, in barba a ogni restrizione economica, sotto la guida del presidente del Coni Giovanni Malagò, la delegazione italiana è la più numerosa di sempre con 384 atleti che gareggeranno a Tokyo. Il record di atleti italiani partecipanti a una olimpiade, stabilito nel 2004 in occasione dei Giochi olimpici di Atene con 367 atleti è stato cancellato d’un sol colpo. Alla delegazione di Tokyo 2021 vanno aggiunti gli accompagnatori, cioè gli allenatori, i massaggiatori, lo staff medico di ogni federazione, tutti a spese nostre, visto che il Coni usufruisce di finanziamenti pubblici garantiti per legge.
Una parte della consistente delegazione italiana è dovuta anche all’introduzione di nuove discipline nelle gare olimpiche, cui si è aggiunta all’ultimo momento la nazionale di basket, che grazie alla vittoria insperata conseguita contro la Serbia, ha staccato il ticket per Tokyo. L’Italia mancava ai Giochi olimpici da 17 anni, ma la nazionale guidata dal commissario tecnico Romeo Sacchetti a Tokyo dovrà vedersela con la Nigeria, forte di ben sei cestisti che giocano nell’Nba. La squadra nigeriana, che insieme all’Australia e alla Germania costituiscono il girone in cui gioca l’Italia, appena una settimana fa ha sconfitto il team Usa con un punteggio di 90 a 87, uno schiaffo alla squadra a stelle e strisce, visto che tutti i giocatori come detto militano nell’Nba.
In casa nostra occhi puntati sulla pugliese Benedetta Pilato, 16 anni, medaglia d’oro nei 50 rana ai recenti Europei di nuoto junior e medaglia d’oro conquistata da juniores ai mondiali del 2019 nella stessa specialità. Un occhio anche alla torinese Giulia Vetrano di 15 anni, la più giovane atleta della delegazione italiana alle olimpiadi di Tokyo e medaglia di bronzo sugli 800 agli Europei di nuoto disputatisi pochi giorni fa a Roma. Vetrano per un centesimo di secondo non ha conquistato l’argento. Speranze anche per Frank Chamizo, lottatore di origini cubane naturalizzato italiano, che alle olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro è salito sul podio conquistando la medaglia di bronzo.

IL PALCOSCENICO
Le olimpiadi da tempo sono diventate un palcoscenico internazionale dove affermare il proprio prestigio e non solo in campo sportivo, il medagliere complessivo ha un significato anche politico. Giovanni Malagò pronostica 33 medaglie, tenendosi appena al di sotto di quelle studiate a tavolino. Nel caso fosse qualcuna in più, potrà giocare la carta per recuperare terreno sul piano politico, visto che il primo governo Conte (5 Stelle-Lega), ha ridotto di molto il raggio d’azione dell’ente olimpico, che ha sempre goduto di autonomia in nome dello «sport lontano dalla politica» e ha avuto mano libera sui cospicui finanziamenti pubblici. In realtà i giochi condotti al Palazzo H del Foro Italico e quelli di Palazzo Chigi sono sempre stati floridi dai tempi di Giulio Onesti, primo presidente del Coni e Giulio Andreotti suo mentore politico. Ma al di là dei giochi nostrani della piccola e mala politica, le olimpiadi, in nome dello sport, rappresentano il terreno di scontro delle grandi potenze mondiali come Usa, Cina e Russia. Il paese di Putin, oggetto di squalifica per la politica del doping, gareggerà sotto una bandiera tricolore e avrà come inno un estratto del Concerto per pianoforte n.1 di Chaikovskij. Sono loro che a Tokyo condurranno i Giochi, noi staremo a guardare davanti alla tv.