La corruzione in Ucraina è un problema molto grave con cui il paese convive cronicamente. Il crollo dell’Unione Sovietica ha permesso a pochi oligarchi di accaparrarsi molti beni e risorse, tanto che nel 2015 il Guardian definiva l’Ucraina come la nazione più corrotta in Europa. Secondo l’indice elaborato ogni anno dell’Ong Transparency International sulla corruzione percepita nel settore pubblico, l’Ucraina si piazza al 122esimo posto in classifica, dietro a paesi come l’Egitto e il Perù.

I GOVERNI PIÙ RECENTI hanno provato a muovere qualche passo per contenere la piaga, istituendo per esempio un Ufficio Nazionale Anti Corruzione. All’inizio del 2023 un vero e proprio terremoto ha colpito le alte sfere dell’esecutivo ucraino: a partire dal vice capo della segreteria del presidente Zelensky ,Tymoshenko, individuato alla guida di un Suv Chevrolet destinato agli aiuti umanitari, si sono dimessi quattro viceministri, cinque governatori regionali e un assessore chiave. Poco dopo, il viceministro per le Infrastrutture Lozynsky è stato bloccato dalla polizia anticorruzione mentre incassava una mazzetta da 350 mila dollari sui contratti per la fornitura di generatori elettrici. A seguire i sono dimessi (o sono stati convinti a farlo) ben 15 funzionari ucraini.

SEMPRE QUEST’ANNO è finito nei guai anche il viceministro della Difesa, Shapovalov, spinto a rassegnare le dimissioni dopo che una inchiesta del giornale Zerkalo Nedeli lo ha accusato di aver acquistato derrate alimentare da destinare ai soldati per 326 milioni di euro, un prezzo così alto da poter includere una o più tangenti. E che dire del viceprocuratore generale Symonenko, beccato in vacanza in Spagna a Capodanno con tutta la famiglia, mentre a tutti gli uomini in età militare è vietato lasciare il paese per la legge marziale?

IN UN CONTESTO DEL GENERE è legittimo sospettare dietro i progetti di grandi infrastrutture e la promozione di grandi eventi gli appetiti degli oligarchi ucraini e il concreto rischio di corruzione. Si tratta del secondo problema, oltre a quello ambientale, che movimenti ambientalisti e della società civile ucraina e internazionale sono impegnati a far emergere in relazione ai programmi di sviluppo turistico della regione di Svydovest.

A COMINCIARE DAL SOGNO olimpico ucraino, che ancora prima di mettersi in moto ha richiamato investitori stranieri accusati di riciclaggio di denaro sporco. È il caso dell’austriaco Gernot Leitner, che nel 2020 incontrò il capo-segreteria di Zelensky, Yermak. In seguito all’incontro Yermak annunciò che l’amministrazione avrebbe supportato l’austriaco nella costruzione di una stazione sciistica nei Carpazi, in modo tale che l’Ucraina si sarebbe dimostrata pronta ad ospitare i giochi olimpici invernali. Un’inchiesta portata avanti dal collettivo di giornalismo investigativo Scheme ha svelato come lo stesso Leirner dieci anni prima fosse riuscito, con l’aiuto di funzionari statali, ad acquistare vasti appezzamenti di terra nei carpazi utilizzando parte del denaro pubblico che era stato stanziato per realizzare le infrastrutture olimpiche mai costruite.

ATTUALMENTE TALI TERRE sono sotto sequestro per decisione dell’Ufficio Nazionale Anticorruzione. Fra i principali promotori del mega resort di Svydovest, si trova invece uno dei più famosi e famigerati oligarchi ucraini: Ihor Kolomoysky. Imprenditore e politico con passaporto anche israeliano e cipriota, proprietario di banche, società calcistiche, canali televisivi, governatore di oblast, ha lasciato il paese sfruttando la tripla cittadinanza quando ha cominciato a fiutare la mal parata. Nel 2020 è stato incriminato negli Stati Uniti per frode bancaria su larga scala.

NEL 2022 IL GOVERNO Zelensky, in base alla legge di contrasto all’oligarchia, lo ha aggiunto nell’elenco degli «imprenditori che hanno influenza nella vita politica del Paese»; successivamente gli è stata tolta la cittadinanza ucraina e molti dei suoi beni sono stati nazionalizzati. Recentemente la sua abitazione è stata perquisita in relazione a delle accuse di appropriazione indebita di prodotti petroliferi. Kolomosyskyy è stato per lungo tempo nel gruppo di Bukovel, il più grande centro sciistico ucraino che sta alla base del progetto di ampliamento a Svydovest.

I NUOVI PROPRIETARI di Bukovel sono decisamente legati a Kolomosykyy. Ad oggi, la proprietà del gruppo Bukovel è passato a Oksana e Zakhar Palytsia, che sono rispettivamente l’ex moglie e il figlio del deputato parlamentare Ihor Palytsia, alleato politico, stretto socio d’ affari e, sulla base delle indagini svolte negli Usa, tramite corruttivo di Kolomosykyy.

NONOSTANTE IL PROGETTO di estensione di Bukovel nel massiccio di Svydovest sia apertamente sostenuto dalle autorità locali interessate dal progetto, l’identità degli investitori – denunciano le organizzazioni che si oppongono al progetto – non è nota. Tale segretezza rappresenta il primo segnale d’allarme, a cui si aggiunge il fatto che la maggior parte delle terre sulla quale insisterebbe il nuovo comprensorio, appartengono a un settore forestale demaniale del quale sono note reiterate pratiche corruttive.

SE L’IMPEGNO INTERNAZIONALE e nazionale per il risanamento ambientale dell’Ucraina e la lotta alla corruzione sono effettivi, dicono i movimenti, un progetto così folle e distruttivo dovrebbe essere immediatamente fermato.