Riordinando grazie all’isolamento pandemico testi d’occasione, discorsi e conferenze scritti nel corso degli anni, Olga Tokarczuk ha confessato «quanto piacere mi dia il formato della lezione; rivolgersi e parlare direttamente a persone che mi ascoltano mi dà un’energia che il testo destinato alla lettura solitaria non offre». L’intenso appagamento tratto dall’udire il suono della propria voce traspare con chiarezza fin eccessiva da Il tenero narratore (traduzione di Silvano De Fanti, Bompiani, pp. 264, € 19,00) che  paradossalmente confligge con la significatività delle opere narrative della scrittrice polacca.  L’insistenza con cui il pronome di prima persona rimbomba in queste pagine non...