Olanda, Wilders non sarà premier ma il Pvv potrebbe entrare nel governo
Atteso oggi l'annuncio dopo 6 mesi di negoziati. Partito islamofobo, centristi, liberali e ruralisti verso l’accordo
Atteso oggi l'annuncio dopo 6 mesi di negoziati. Partito islamofobo, centristi, liberali e ruralisti verso l’accordo
Al governo, ma senza diventare primo ministro del nuovo esecutivo olandese che, a sei mesi dalle elezioni di fine novembre, potrebbe nascere oggi. Sembra essere questo il beffardo destino di Geert Wilders, leader e fondatore del sovranista Pvv e tra i più conosciuti volti della destra europea.
Proprio il 15 maggio è l’ultimo giorno a disposizione dei due informateur Richard van Zwol e Elbert Dijkgraaf per presentare alla Tweede kamer, la camera bassa, l’esito delle consultazioni che da mesi coinvolgono quattro partiti della destra e del centro destra olandese: il sovranista Pvv di Geert Wilders (primo partito alle elezioni dello scorso 22 novembre con 37 seggi sui 150 disponibili), il liberale Vvd (arrivato terzo con 24) dell’ex premier Mark Rutte, in corsa ora per guidare la Nato, il centrista Nsc (20) e il ruralista Bbb (7). Le quattro forze sono impegnate in trattative che proseguono ininterrottamente dalla fine dello scorso anno. Il primo stop è arrivato a febbraio quando l’ex deputato liberale Pieter Omzigt ha tirato il freno, mettendo in luce delle differenze insanabili tra le forze politiche sulle prospettive economiche del nuovo esecutivo. Le distanze nella gestione dei conti pubblici così come quelle sul tema della migrazione, però, potrebbero essersi accorciate se, davvero, il nuovo esecutivo dovesse vedere la luce oggi in parlamento.
I partiti di destra e centro destra devono trovare un accordo anche sul nome del nuovo premier. Messa da parte, quasi fin da subito, l’opzione Geert Wilders, leader del partito più votato ma figura divisiva nei Paesi Bassi e poco rassicurante all’estero, c’era fino a ieri ancora molta indecisione sul politico chiamato a guidare il nuovo esecutivo: sono emersi i nomi della liberale Edith Schippers o dell’ex ministro Henk Kamp, ma il silenzio al riguardo è massimo. Neppure la foto del foglio tenuto sottobraccio da uno dei deputati del Pvv all’uscita, la scorsa settimana, dell’ennesimo round di negoziazioni, dava informazioni utili al riguardo.
Di certo metà dei posti disponibili dell’eventuale nuovo esecutivo che potrebbe essere annunciato oggi andranno a tecnici ed esperti: era questa la condizione posta dal centrista Pieter Omzigt per rientrare nelle trattative per il nuovo governo dopo lo strappo di febbraio.
Se i quattro partiti non dovessero trovare un accordo e a presentare il nuovo governo alla Tweede Kamer, ci sarebbero due opzioni: o il ritorno alle urne, che in molti vorrebbero evitare anche per scongiurare un nuovo successo del Pvv, in crescita nei sondaggi, o un esecutivo con una maggioranza diversa. Il leader del ticket rossoverde GroenLinks/PvdA, l’ex vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans ha già aperto le porte a un possibile accordo con il rivale liberale Vvd, a patto, però, di escludere il leader islamofobo Geert Wilders.
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