Europa

L’Olanda presenta «la legge d’asilo più dura d’Europa»

Il premier olandese Dick Schoof e Geert WildersIl premier olandese Dick Schoof e Geert Wilders – Ansa

Migranti Rimpatri in Siria, frontiere chiuse, smantellamento dell’accoglienza: Geert Wilders festeggia sui social la stretta, a forte rischio di infrangere le norme Ue e internazionali

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024
L’annuncio di Geert Wilders sul suo account Twitter, di fatto organo ufficiale del suo partito personalec he da mesi governa l’Olanda dalla destra più estrema, è quello degli eventi storici: «Nederlanders weer op1» (Gli olandesi tornano al primo posto).
La coalizione di destra estrema destra ha risolto il rebus del provvedimento sui richiedenti asilo e ora, dice solenne il capo del Pvv, arriva la legge anti migrazione più dura di sempre.
L’ha presentata ieri pomeriggio il premier Dick Schoof, con una lettera al parlamento e una breve conferenza stampa, e per quanto alla fine non preveda di diritto l’adozione dello stato di emergenza, che Wilders voleva a costo di far cadere il governo, una legislazione d’emergenza lo è di fatto. Almeno così l’ha chiamata Schoof nel suo discorso.
Sostanzialmente, il governo di Wilders dovrà passare per il parlamento ma lo farà con una procedura accelerata e la Tweede Kamer (la Camera olandese) si troverà a breve un pacchetto con due tipi di provvedimenti da esaminare: un tipo riguarderà lo smantellamento del sistema di accoglienza, che verrà ridotto ad un meccanismo di trattenimento e rimpatrio. L’altro, ed è quello più delicato, sarà invece il modo di sbarazzarsi di più richiedenti asilo possibile e di ridurre al minimo il numero di rifugiati.
Insieme all’abolizione dell’obbligo di redistribuzione dei rifugiati da parte dei comuni e la creazione di «strutture-dormitorio frugali, di transito» (in tanti si chiedono cosa voglia dire in pratica “strutture frugali”), finisce anche il regime di “status permanente”: a chi verrà riconosciuta la condizione di rifugiato, sarà assegnato un visto di massimo 3 anni.
Finisce, inoltre, la corsia preferenziale per le case popolari e i ricongiungimenti familiari non saranno possibili per i figli maggiorenni e i partner non sposati.
Il pacchetto prevede anche una serie di misure per ridurre materialmente il numero di richiedenti asilo: la prima sarà quella di dichiarare aree della Siria sicure, così da consentire l’espulsione rapida di chi venisse da quelle zone.
A fine novembre, inoltre, l’Olanda reintrodurrà i controlli li di frontiera come già fatto dalla Germania, raddoppierà il numero di celle per trattenere i richiedenti asilo e accetterà nell’ambito del programma Onu di redistribuzione solo 200 rifugiati vulnerabili, rispetto ai 500 attuali.
 Nonostante la solennità delle misure draconiane, da quando hanno iniziato a circolare le prime bozze in tanti hanno sollevato dubbi sulla reale fattibilità del piano anti-migranti, soprattutto sul rimpatrio dei siriani in palese contrasto con la sentenza della della Corte di Giustizia europea del 4 ottobre che ha stabilito che  un paese può essere designato come “sicuro” solo se lo è per tutti i suoi cittadini e sull’intero territorio nazionale.
Sotto la lente anche il (sostanziale) divieto di ricongiungimento e la “chiusura delle frontiere” che potrebbero violare diverse norme Ue e Convenzioni internazionali.
E mentre il governo festeggia per «la legge d’asilo più dura d’Europa», le opposizioni e soprattutto la città di Amsterdam, un laboratorio per l’accoglienza dei richiedenti asilo, si sono fatti sentire: «Una legge fatta sulla pelle di persone che fuggono da guerra e violenza viene celebrata come la salvezza della democrazia», ha dichiarato Esther Ouwehand, deputata del Partito per gli Animali.
 Rutger Wassink, vice sindaco rossoverde di Amsterdam, ha definito il pacchetto una «persecuzione contro i rifugiati». La città, che organizza da tempo un sistema di accoglienza semi-formale per i richiedenti asilo, anche per coloro che hanno esaurito i ricorsi, non intende arrendersi: Wassink ha ripetuto in diverse occasioni che il comune continuerà ad assistere i migranti e se lo stato taglierà i finanziamenti all’assistenza di base, loro andranno avanti cercando i fondi altrove.

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