Il Consiglio europeo ha approvato la sospensione totale dell’accordo di facilitazione dei visti con la Russia a partire dal 12 settembre. Nella dichiarazione ufficiale dell’organo dell’Ue si legge che «ciò comporterà un aumento dei diritti di richiesta del visto da 35 a 80 euro, la necessità di presentare ulteriori prove documentali, un aumento dei tempi di elaborazione dei visti e norme più restrittive per il rilascio di visti per ingressi multipli».

In realtà, nonostante le dure parole del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la decisione di ieri non vieterà ai cittadini russi di viaggiare negli stati Ue, ma renderà solo più difficile e costoso l’accesso ai visti. Tra le varie motivazioni che hanno accelerato l’iter, l’intenzione di rispondere alle recenti misure russe sul gas.

Il mercato dell’energia è fortemente influenzato dalla chiusura del gasdotto russo «Nordstream 1» e il timore che l’amministrazione occupante possa disconnettere la centrale di Zaporizhzhia dalla rete elettrica ucraina aggravano lo scenario. Proprio dall’impianto di Zaporizhzhia i due ispettori dell’Aiea che sono rimasti a monitorare la situazione, ieri hanno dato l’allarme su un blackout nella zona di Energodar (sede della centrale) che potrebbe «compromettere la sicurezza delle operazioni». «Non si può continuare così» ha dichiarato il direttore generale Rafael Grossi in una nota, chiedendo di «cessare immediatamente i bombardamenti nella zona».