Obrador rinuncia alla scorta, e non solo
Messico Il neo presidente dice no al palazzo presidenziale, all'aereo presidenziale e a metà dello stipendio. Per alzare, dice, il salario dei lavoratori
Messico Il neo presidente dice no al palazzo presidenziale, all'aereo presidenziale e a metà dello stipendio. Per alzare, dice, il salario dei lavoratori
Secondo gli zapatisti, che di Andrés Manuel López Obrador – il trionfatore delle presidenziali messicane – non si sono mai fidati, con il nuovo governo «potranno cambiare i capataz, i servitori e i capisquadra, ma il proprietario continuerà a essere lo stesso».
Intanto, però, le prime mosse di Amlo fanno scalpore, a cominciare dalla decisione di rinunciare alla scorta presidenziale, malgrado gli alti tassi di criminalità registrati in particolare in questi ultimi mesi. «È il popolo – ha detto – che vigilerà su di me e mi proteggerà. Chi lotta per la giustizia non ha nulla da temere». Una rinuncia legata al programma di lotta agli sprechi e ai privilegi già annunciato in campagna elettorale.
E a cui aggiungono il rifiuto di vivere nella residenza presidenziale, Los Pinos, che Amlo vorrebbe trasformare in un centro d’arte; la vendita dell’aereo presidenziale, motivata dal fatto che «non si può avere un governo ricco e un popolo povero»; il taglio del 50% del suo salario presidenziale e la riduzione degli stipendi degli alti funzionari così da «alzare quelli di coloro che stanno in basso: insegnanti, infermieri, medici, addetti alle pulizie, poliziotti, soldati, contadini».
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