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Nucleare e trivelle per la «transizione»: è il nuovo dl ambiente

Una piattaforma di estrazione offshoreUna piattaforma di estrazione offshore – Ansa

Clima Il Consiglio dei ministri vara il decreto legge con il presunto scopo di decarbonizzare e garantire la sicurezza energetica. Pichetto Fratin: «L’obiettivo è favorire la ripresa della produzione di energia da fonte nucleare, sviluppare le infrastrutture, potenziare il know how»

Pubblicato 12 minuti faEdizione del 11 ottobre 2024

«Necessità e urgenza» sono le parole chiave decreto-legge Ambiente, approvato ieri dal Consiglio dei ministri. A intestarsi i contenuti è il viceministro Vannia Gava, che sottolinea come il testo rappresenti un «via libera» per «tutte le fonti di energia pulita in grado di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica del Paese», tra cui rientra per l’esecutivo anche il nucleare, come specificato nella mattina del 9 ottobre dal ministro Gilberto Pichetto Fratin in audizione alla Camera. Gava ha sottolineato anche come il provvedimento garantisca una semplificazione «delle procedure autorizzative» rafforzando «gli approvvigionamenti nazionali»: mentre con una mano si autorizzano i nuovi impianti offshore dedicati al gas naturale liquefatto, con l’altra si gioca all’autarchia, affermando la volontà di valorizzare «i giacimenti nazionali che custodiscono riserve importanti per ridurre la dipendenza dall’estero».

L’OPZIONE FOSSILE e la volontà di accompagnare il futuro nucleare sono senz’altro gli elementi più critici di un decreto che sulla carta muove dall’esigenza di garantire una «corsia veloce» all’approvazione dei progetti considerati di interesse strategico nazionale, «privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi Piano nazionale integrato energia e clima, l’attuazione di investimenti Pnrr e la valorizzazione dell’esistente» spiega un comunicato del Mase.

«NON È SCORRETTO immaginare criteri di priorità per progetti sottoposti alle Commissione Via, Vas e a quelle chiamate a valutare i progetti di Pnrr e Pniec, che sono subissate di progetti. L’idea di una sorta di triage, di valutazione delle priorità, un po’ come avviene nei pronto soccorso, è corretta», spiega al manifesto Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. «Per come hanno individuato i criteri, però, dobbiamo prestare molta attenzione al provvedimento: quando si parla di interesse strategico nazionale, ricordo che nel Pniec, almeno nel testo finale che il governo ha passato alla Commissione europea, c’è anche il nucleare. Così, una volta che il governo avrà ottenuto il prossimo anno il potere di legiferare sul nucleare con nuovi decreti legislativi, questo triage potrà indicare una priorità anche per il ritorno del nucleare. È questo è inaccettabile», sottolinea Ciafani.

Il riferimento è a quanto introdotto ieri dal ministro Pichetto Fratin, in audizione alla Camera. Contenuti che non trovano spazio nel Dl Ambiente, ma ne rappresentano il complemento, nel disegno della maggioranza. L’obiettivo del governo, aveva spiegato il ministro al parlamento, è «quello di presentare entro la fine del 2024 una bozza di testo per la legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie nucleari sostenibili come gli Smr, Amr e microreattori. Tale disegno di legge-delega sarà quindi sottoposto al vaglio parlamentare nei primi mesi del 2025».

CONTRO QUESTA impostazione anche Giovanni Onufrio, dal 2009 direttore di Greenpeace Italia. «Il ministro Pichetto Fratin continua a propagandare i mini-reattori nucleari modulari (Smr) come una soluzione “non ideologica” ma scientifica. A parte il fatto che si tratta sempre di reattori a fissione nucleare per la gran parte basati su vecchia tecnologia, bisognerebbe ricordare al ministro che di questi reattori nei Paesi occidentali non ne esiste ancora nemmeno uno allo stadio di prototipo. E che già a livello di progetto i loro costi sono proibitivi tanto che la startup americana NuScale dopo 16 anni non ha costruito nemmeno un prototipo, ed ha abbandonato il progetto. Ed è oggetto di class action da parte degli investitori. Dunque, “ideologico” semmai è il suo Piano, ed è vergognoso che non ci sia stato un vero dibattito sulla proposta di ritorno al nucleare in un Paese che ha già bocciato questa tecnologia con 2 referendum».

MENTRE NEL COMUNICATO del governo torna quattro volte la frase «promozione dell’economia circolare», senza indicazioni concrete su come verrà data questa sponda, l’opposizione si scaglia anche contro l’esclusione dell’eolico offshore dalle priorità individuate per attivare la corsia veloce nell’iter della Commissione Via-Vas. Un «errore blu», lo ha definito la capogruppo di Italia Viva in commissione Ambiente al Senato, Silvia Fregolent.

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