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I Fridays for future tornano in piazza «nell’era della repressione»

I Fridays for future tornano in piazza «nell’era della repressione»Una manifestazione dei Fridays for Future – LaPresse

No oil&gas Oggi cortei a Roma, Milano, Napoli, Torino e in tante altre città italiane

Pubblicato 17 minuti faEdizione del 11 ottobre 2024

Fridays For Future Italia torna in piazza in occasione dello sciopero globale per il clima. Nel 2019 le loro proteste erano applaudite dalla politica di mezzo mondo – cinque anni che sembrano un secolo. Oggi sulle preoccupazioni della generazione che ha fatto suo il tema dell’azzeramento delle emissioni grava la scure della repressione più feroce. L’ultimo episodio pochi giorni fa in Germania, quando un’acampada di studenti pro Palestina – che procedeva pacificamente da quattro mesi – è stata sgomberata dalla polizia. Motivo: l’imminente arrivo di Greta Thunberg. Ospite speciale per chi vuole fermare il massacro in corso a Gaza, ma ragione di turbamento sociale per le istituzioni. Un clima che si fa sentire anche in Italia. «L’okay delle autorità al corteo ci è costato giorni di trattative. Questo nonostante le nostre manifestazioni siano sempre state pacifiche», ci dice Marzio Chirico, portavoce di FFF Roma. Per questo tra le rivendicazioni del movimento trova spazio un punto non direttamente ambientale: il ritiro del ddl Sicurezza, con le norme anti-proteste volute dal governo. «La fortissima repressione delle proteste per la giustizia climatica e sociale è un sintomo della mancanza di risposte concrete ai problemi materiali del nostro presente», si legge sul sito di Fridays For Future Italia.

Il focus della piazza, però, rimane sull’aumento delle temperature e le attività umane che ne sono responsabili – in primis i combustibili fossili. Dopo anni di attenzione insperata il tema è retrocesso nell’agenda politica italiana e globale. Ursula Von der Leyen ha spiegato, nella sua prima conferenza stampa da presidente rieletta, come per la formazione della nuova Commissione le priorità siano state «sicurezza e competizione», e non il clima come nella precedente. Una linea non distante da quella di Meloni, che sull’idea di «transizione pragmatica» sta costruendo la sua politica di grande vicinanza alle sensibilità delle imprese e del settore oil&gas. Ma questo non significa che le conseguenze del riscaldamento globale vengano meno.

Solo poche settimane fa la Romagna è stata colpita dalla seconda grande alluvione in meno di un anno e mezzo. La Florida affrontava ieri il secondo uragano eccezionale – la «tempesta del secolo», come la ha definita il presidente Biden – in poco più di due settimane. «La comunità scientifica globale si è espressa: i cambiamenti climatici attuali sono causati dalle attività umane; e la causa diretta è il nostro modello economico», prosegue il comunicato del movimento, «ma possiamo ancora cambiare la rotta e contenere l’aumento della temperatura media globale».

In corteo assieme alle bandiere verdi ci saranno molti tricolori palestinesi. «Il movimento ribadisce la sua posizione su Israele che, con il supporto acritico degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, sta commettendo un brutale genocidio del popolo palestinese e un ecocidio delle loro risorse naturali, bombardando anche il popolo libanese nella sua furia colonialista», dice Fridays For Future Italia. Movimento per la Palestina e movimento per il clima, d’altronde, hanno condiviso in quest’ultimo hanno la mano pesante delle autorità di tutto l’Occidente.

Oggi i cortei hanno luogo nelle principali città italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino. Con loro una decina tra capoluoghi e piccoli centri – da Firenze a Lecce passando per Pavia e Vicenza. «Non è troppo tardi per ottenere il cambiamento di cui abbiamo bisogno per la sopravvivenza. La mobilitazione di massa capace di costruire comunità dietro a rivendicazioni di interesse collettivo è l’unica strada per ottenere un miglioramento delle nostre vite e per salvarci dalla distruzione. È stato fatto in passato e possiamo ripeterlo di nuovo», conclude Marzio Chirico.

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