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«Norme feroci e scritte male». Md contro il decreto Cutro

«Norme feroci e scritte male». Md contro il decreto CutroI rottami del peschereccio affondato a Steccato di Cutro – LaPresse

Magistrati Pesante documento delle toghe di sinistra. E dopo le polemiche tra le correnti, il presidente dell'Anm Santalucia ribadisce il dovere di intervenire nel dibattito pubblico

Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 marzo 2023

«Immaginare che il traffico di esseri umani si combatta con l’innalzamento esorbitante delle pene per i cosiddetti scafisti è solo un’illusione che alimenta il mito del panpenalismo per anestetizzare le paure sociali e tacitare le coscienze, individuando un nemico da abbattere». Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, fa a pezzi il «decreto Cutro» da ogni punto di vista. La faccia feroce contro i trafficanti colpisce l’obiettivo sbagliato, «poveri tra i poveri» che l’esperienza dei processi descrive come persone che si mettono alla guida per uno sconto sul viaggio, non scafisti ma «neppure un tassello della criminalità che organizza le rotte». L’aumento delle pene non era necessario, sono già molto elevate e «la previsione penale è così ampia e indeterminata che pone seri problemi di aderenza ai principi costituzionali, autorizzando interpretazioni che potrebbe estenderne l’applicazione anche a chi interviene per aiutare».

Secondo Md «non si vuole prendere atto che non c’è alcuna contingente emergenza, bensì un fenomeno strutturale che deve essere governato e di fronte al quale l’Europa e l’Italia hanno il dovere di adottare una legislazione utile a fermare il genocidio, introducendo canali di ingresso legali». Anche per consentire «il diritto di asilo garantito dalla Costituzione». Invece il decreto abroga le norme che consentivano «il riconoscimento della protezione speciale alle persone che in Italia avevano costruito una vita privata e familiare». Di conseguenza produrrà nuove irregolarità, senza peraltro la possibilità di espulsioni in assenza di accordi internazionali.

La pesante critica di Md segue il documento proposto con l’altra corrente di sinistra, Area, e fatto proprio dall’Anm sette giorni fa, con il quale si ricordava al governo il dovere di soccorrere i naufraghi. Documento successivamente attaccato dalle correnti di centro e destra della magistratura perché eccessivamente schierato. A queste polemiche ha risposto ieri il presidente dell’Associazione magistrati, Giuseppe Santalucia, per il quale «alcuni magistrati vivono la giurisdizione nel chiuso del proprio ufficio. È proprio quello che dobbiamo contrastare. Non dobbiamo guardare alla giurisdizione come ad un recinto ma dobbiamo partecipare al dibattito pubblico. Non dobbiamo avere paura di parlare all’esterno, abbiamo tutti gli strumenti per poterlo fare nel pieno della nostra autonomia e indipendenza».

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