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Normalizzando i rapporti con Israele il Marocco avrà i suoi droni kamikaze

Normalizzando i rapporti con Israele il Marocco avrà i suoi droni kamikazeIl neo-premier marocchino Aziz Akhennouch parla con l'immagine di Mohammed VI alle sue spalle – Ap

Rabat-Tel Aviv Il re Mohammed VI ha un sogno: costruirsi in casa l'ultimo grido tra i velivoli da combattimento. E l'industria della difesa israeliana è pronta a realizzarlo. Spesa militare cresciuta del 56% negli ultimi 6 anni. E resta il pugno duro contro il dissenso a Rabat

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 29 settembre 2021

Il 10 dicembre 2020 il Marocco, per volontà di Mohammed VI, è entrato a far parte degli accordi di Abramo, con buona pace della causa palestinese. In un tweet Donald Trump definì l’accordo «un grandissimo passo in avanti per la pace in Medio Oriente». Una ragione in più per non sorprendersi se dietro l’accordo si celassero importanti accordi di natura militare.

Israele sarebbe pronto a fornire al paese amico brevetti e un supporto tecnico per la realizzazione di droni kamikaze. Si tratterebbe dei Loitering Munition Harop prodotti dalla Israel Aerospace Industries (Iai). L’Harop è un loitering munition, cioè è in grado di sorvolare una zona alla ricerca di un bersaglio e una volta individuato lo attacca scendendo in picchiata e “sacrificandosi”. I droni kamikaze sono un nuovo tipo di arma, veicoli aerei senza equipaggio che funzionano come bombe, senza bisogno di attentatori suicidi alla guida.

Due aspetti hanno fortemente condizionato la reggenza di Mohammed VI, soprattutto nell’ultimo decennio: la percezione oltre i suoi confini del Paese e la creazione di un solido comparto militare. Secondo il Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), la spesa militare del Marocco è cresciuta del 56% negli ultimi 6 anni e del 29% negli ultimi due.

Per la cura della propria immagine invece il re si è affidato al controllo delle fonti di informazione e a un pugno duro sempre pronto a colpire i dissidenti. Oggi con l’uscita di scena del partito islamista del Pjd e l’arrivo di Akhennouch, il tycoon liberale che ha vinto a valanga le recenti elezioni, le relazioni e la loro normalizzazione potrebbero ricevere una netta accelerazione. Dopo un primo ordine di 13 droni da poter armare con bombe anticarro diretto alla Turchia, con l’aiuto di Israele il Marocco potrebbe realizzare finalmente il sogno di Mohammed VI e prodursi in casa i suoi droni da guerra.

Proprio con un accordo per armi informatiche con la società israeliana Nso, il re permetteva ai servizi segreti del regno, attraverso lo spyware Pegasus, di spiare politici, giornalisti e attivisti per i diritti umani dentro e fuori il paese. Oggi però tutte le attenzioni di “M6” sembrano concentrate sui droni da guerra, e anche qui in suo soccorso potrebbe arrivare Israele. Se da una parte è confermata la dotazione dell’esercito del regno di droni di sorveglianza, non si conosce la reale dotazione di quelli armati. Quello che si sa con certezza è che ad aprile del 2021 Addah Al-Bendir capo di stato maggiore della gendarmeria del Fronte Polisario, è stato ucciso da un attacco di droni marocchini a Tifariti.

Secondo Hicham Mansouri, giornalista investigativo e membro della Moroccan Association for Investigative Journalism (Amji), «il Marocco ha bisogno di sviluppare rapidamente la sua normalizzazione con Israele mostrandone i benefici economici. Per questo, Rabat ha proposto il rapporto culturale e storico attraverso gli ebrei marocchini. La normalizzazione può essere anche fatta attraverso l’agricoltura, il turismo ma anche l’industria, compresi gli armamenti».

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