Di fronte a quelle che il capo del Cremlino, Vladimir Putin, ha chiamato «operazioni speciali» in Ucraina, tutta la società russa è nei fatti mobilitata. Vale prima di tutti per gli apparati dell’esercito e della sicurezza, che stanno impiegando sul terreno una quota sempre più alta del loro enorme potenziale. Vale per la classe politica, oramai piegata su misure oltre la soglia dell’autoritarismo, come quella approvata all’unanimità che prevede quindici anni di carcere per i resoconti diversi da quelli ufficiali. E vale anche per la Chiesa ortodossa, che ha offerto una base teologica a Putin con un discorso pubblico del...