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No matter what, Musetti contro Nole

Lorenzo Musetti celebra la vittoria sull'americano Fritz Taylor a Wimbledon 2024Lorenzo Musetti celebra la vittoria sull'americano Fritz Taylor a Wimbledon 2024 – Yomiuri Shimbun via Ap

Fili d'erba La rubrica sul torneo di tennis a Wimbledon

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 12 luglio 2024

“Per colpa di Sinner non avremo una finale tutta italiana”. In sala stampa ieri circolava una battuta che racconta meglio di tante immagini il momento magico che sta attraversando il tennis italiano. Ogni giorno una vittoria, una gradita sorpresa, un nuovo primato.

E’ arrivato anche il sole ieri, dopo una settimana di noiosa pioggia londinese, sul campo numero 1 di Wimbledon per ammirare la bellezza del tennis, che portava in calce la firma di Lorenzo Musetti, il virtuoso tennista toscano (evidentemente va di moda la terra di Dante) capace di tirare fuori dal cilindro la miglior prestazione della sua giovane carriera, battere il numero 12 del mondo, l’americano Taylor Fritz, e raggiungere per la prima volta una seminale Slam.

Gli toccherà in sorte un certo Novak Djokovic, ma questa è un’altra storia.

La bellezza, dicevamo. Lorenzo Musetti se l’è sempre portata da casa, anche se spesso accompagnata da quegli alti e bassi e da quella fastidiosa discontinuità che caratterizzano i giocatori di eccessivo talento come lui, per un perverso gioco delle parti inconsciamente più attratti dall’estetica che non dal risultato finale. E dunque eleganti ma scontanti, superbi ma alla fine un pò ingenui, bellissimi da ammirare ma, ahimè, perdenti anche quando non dovrebbero.

Lo scorso anno, solo per citare un numero, il nostro ha perso qualcosa come 13/14 primi turni, spesso con avversari abbordabili, molti dei quali inferiori.

Anche qui a Wimbledon aveva cominciato malissimo, alla sua maniera, rischiando una figuraccia contro il francese Constant Lestienne. Ero a bordo campo quel giorno, in uno di quei minuscoli campi secondari di Wimbledon che fanno la gioia dei tifosi per quanto si è a contatto ravvicinato con i giocatori, e ricordo bene l’esultanza dell’allenatore transalpino, seduto proprio accanto a me, incredulo che il suo giocatore conducesse la partita per 2 set a 1.

Poi, finalmente verrebbe da dire, il ragazzo di Carrara ha iniziato a sporcarsi le mani e a comprendere che in questo maledetto gioco conta solo una cosa: portare le partite a casa. No Matter what.

“Lorenzo è uno che sin da ragazzino nello stesso scambio esibiva tutto il suo straordinario repertorio di variazioni. Quando lo vedi giocare tante palle corte ravvicinate o cinque rovesci tutti uguali allora è segno che qualcosa non sta andando per il verso giusto, E’ il suo limite”, racconta l’allenatore che lo segue da una vita, Simone Tartarini.

Ieri nessuno si è accorto di quel limite, perché il repertorio esibito da Musetti qui a Church Road è stato sublime, con il pubblico totalmente in balia della sua arte tennistica: rovesci lungolinea che rimbalzavano come proiettili sulle righe bianche, facendo sbuffare il gesso, dropshot millimetrici e pallonetti volanti che hanno fatto impazzire l’americano.

“Sono un fanatico del tennis, un esteta – ha confessato Lorenzo in conferenza post partita – ma mi sono messo in gioco, cambiando atteggiamento e abitudine. Questo è un sogno che si avvera ma anche qualcosa che penso di essermi meritato”. In fondo, anche noi.

Al serbo ci si penserà da domani. Si mormora che in allenamento già ne esca vincitore.

Novak Djokovic dopo la vittoria sul danese Holger Rune a Wimbledon 2024
Novak Djokovic dopo la vittoria sul danese Holger Rune a Wimbledon 2024, foto Mosa’ab Elshamy /Ap

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