Europa

Nicolas, il lussemburghese padre del salario minimo

Nicolas, il lussemburghese padre del salario minimoIl candidato del Pse Schmit al congresso di Roma – LaPresse

Il personaggio Il candidato che sfida Ursula alla guida dell'Ue: ex ministro degli Esteri, poi protagonista per i diritti dei rider. I socialisti ne hanno fatto il simbolo della svolta laburista

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 3 marzo 2024

La sinistra può anche non aver bisogno di eroi, ma magari ha bisogno di leader. Soprattutto quando si va verso le elezioni europee, che definiranno la direzione dell’Unione almeno per il prossimo quinquennio. Ma chi è Nicolas Schmit, scelto dall’assemblea del partito socialista europeo (Pse) riunita ieri a Roma, come rivale di Ursula von der Leyen alla guida della prossima commissione Ue?

Conosciuto non è: lo hanno definito Signor nessuno, «Nicolas chi?», lo ha bollato la testata d’informazione europea Politico.eu, o addirittura “il signor Ztl d’Europa”, dato che proviene dal più piccolo e benestante paese dell’Ue, il Lussemburgo. Nicolas Schmit è un placido esponente della sinistra lussemburghese, con buona formazione alle spalle e un curriculum politico di tutto rispetto. Classe 1953, dottorato in Economia internazionale e master in letteratura francese, carriera da diplomatico fino a diventare ministro degli Esteri del Granducato nel 2004. Esponente del socialdemocratico Partito operaio socialista (Lsap), Schmit approda al dicastero del Lavoro, dove resterà dal 2009 al 2018.

L’anno dopo si aprono per lui le porte dell’Europarlamento, dove però rimane pochi mesi, dato che nel dicembre 2019 viene designato a ricoprire l’incarico di commissario al Lavoro e ai diritti sociali. Negli anni a Bruxelles si fa apprezzare per due provvedimenti da lui promossi: la direttiva sul salario minimo del 2022, punto di amalgama tanto del Pd che dei 5S nella battaglia per introdurlo in Italia, così come la legge per la tutela dei lavoratori delle piattaforme, ancora in attesa di essere approvata e attualmente bloccata dai veti, tra l’altro, di Parigi e Berlino.

Non certo un profilo da Che Guevara, né un ciclone comunicativo, a dire il vero. Ma dopo i no ben scanditi all’alleanza con ogni tipo di destra europea e dopo le bordate a Meloni, davanti alla platea della Nuvola Schmit rievoca un ricordo d’infanzia legato alla resistenza: «Mio nonno venne ucciso il primo giorno dell’invasione del Lussemburgo da parte dei nazisti». Anche il piccolo Granducato ha un cuore di sinistra. Alla proclamazione, arrivano fiori rossi e standing ovation dalla platea.

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