Nel primo capoluogo di provincia che ebbe un sindacato del Movimento cinque stelle dieci anni fa, la nuova alleanza con il Pd sembra tenere. L’addio per fine mandati di Federico Pizzarotti avrà come quasi certa eredità il passaggio di consegne con il suo candidato Michele Guerra, assessore alla cultura. L’alleanza giallorossa ha infatti riunito i partiti più importanti del centrosinistra con anche Italia Viva oltre ad Effetto Parma, il movimento di Pizzarotti, nato dopo la sua uscita dal M5S nel 2016. «Un successo – dice Guerra – che dimostra che abbiamo lavorato bene e lo abbiamo fatto con una coalizione ampia che ha trovato il favore dei cittadini».

Al momento Guerra si attesta attorno al 44% quando «le più rosee previsioni si fermavano al 40%. I numeri del momento sono ben al di là delle nostre più rosee previsioni». Sul fronte opposto Pietro Vignali, ex sindaco di Parma, con vicende giudiziarie, si ferma al 21,5% che imputa la debacle all’«essere andati divisi, ma intanto andiamo al ballottaggio e cerchiamo di far emergere ancora di più la diversa visione della città che abbiamo».

Primo obiettivo «ricomporre lo strappo con Fratelli d’Italia – spiega ancora Vignali -. Spero che il 26 giugno gli elettori del centrodestra non possano che votare il sottoscritto. Ma noi ci rivolgeremo soprattutto al partito dell’astensionismo che qui è quasi il primo partito perché cerco la rivincita di una città che è ferma da anni». All’appello di Vignali per ora non risponde Priamo Bocchi, il candidato sindaco di Fratelli d’Italia che ha ottenuto il 7%. Anzi, Bocchi sottolinea ancora come «la scelta» di Vignali «si è dimostrata sbagliata e noi lo abbiamo sempre sottolineato e per questo abbiamo corso da soli». Ma per il ballottaggio lascia campo libero agli organismi nazionali. «Decideranno loro cosa fare. Per il bene della città».
Ma c’è da capire anche cosa farà Dario Costi, candidato civico che ha racimolato circa il 13% dei consensi. Cinque anni fa partecipò alle primarie del centrosinistra per la carica di sindaco ma al momento di alleanze con Guerra non se ne parla.

«Già al primo turno quasi il 45% dei parmigiani ha scelto Michele Guerra come prossimo sindaco di Parma. Ha scelto di marciare verso il futuro di questa città senza farsi abbindolare dalle sirene del passato che, tanto per cominciare, non è mai stato roseo come l’ex sindaco vorrebbe far credere, anzi», commenta su Facebook l’esito del primo turno Federico Pizzarotti. «Parma è una città a vocazione europea, che guarda al benessere e alla qualità della vita, alla difesa dell’ambiente, dei diritti e alla crescita delle famiglie e del suo piccolo e medio commercio. Tutte qualità, queste, espresse dalla forza civica e di centrosinistra in appoggio a Michele Guerra. Ma non è finita qui, per esperienza dico che la partita è appena iniziata: ora si tratta di convincere della nostra proposta tutti i parmigiani che hanno votato le altre liste, tutte vicine alle nostre idee e certamente lontane da quelle della Lega, che sta dietro a Vignali».

«Sono contento per Effetto Parma: benché le liste civiche fossero tante, la nostra si è dimostrata la più forte, persino più forte di alcuni partiti nazionali come Fratelli d’Italia e Lega. So che in Consiglio Comunale continuerà a fare bene, di questo ne vado fiero». «Non mi sorprende, di contro, il risultato della Lega, e cito questa – aggiunge Pizzarotti – perché a Parma ha eletto ben 4 parlamentari che in 5 anni non hanno prodotto un solo risultato utile per la città e per i parmigiani, non si sono mai visti né sentiti. Una volta eletti sono scomparsi nel porto delle nebbie di Roma. Il voto di oggi è anche dovuto a questo: se non lavori per il territorio, se te ne freghi dei parmigiani, i parmigiani giustamente ti voltano le spalle. Giustamente».

Buoni i risultati di Enrico Ottolini (Europa Verde) al 4,1% e di Andrea Bui (Potere al popolo e Rifondazione) al 3,6%.