Ercolano, esplode deposito di «botti»: tre morti
Morti sul lavoro Tre giovani morti in un'esplosione in un deposito abusivo di fuochi d'artificio. Sono oltre 800 i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno. Cgil: «Non basta più il cordoglio, servono interventi concreti e urgenti»
Morti sul lavoro Tre giovani morti in un'esplosione in un deposito abusivo di fuochi d'artificio. Sono oltre 800 i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno. Cgil: «Non basta più il cordoglio, servono interventi concreti e urgenti»
Un giovane di diciotto anni, altre due ragazze di ventisei. È il bilancio delle vittime dell’esplosione che ieri pomeriggio intorno alle 15 è deflagrata a Ercolano, provincia di Napoli, in un casolare il cui appartamento al primo piano era stato adibito a deposito abusivo di fuochi d’artificio. I tre giovani si trovavano lì per il loro primo giorno di lavoro: l’attività, a quanto si è appreso, era stata allestita nel fine settimana. Non erano specializzati: come racconta Anna Campagna, la suocera del ragazzo, padre di una bambina di quattro mesi, il lavoro «lo aveva trovato due tre giorni fa, attraverso alcuni amici. Stamattina (ieri mattina ndr) sono andati a prenderlo fuori da un bar per portarlo». L’esplosione ha prodotto una colonna di fumo visibile per chilometri e ha danneggiato anche le case circostanti, nonostante non sia ancora possibile quantificare con esattezza il materiale esplosivo presente.
Sul posto, ridotto in macerie, sono arrivati per primi i carabinieri e i vigli del fuoco. Le proporzioni dell’incidente sono andate chiarendosi al passare delle ore, con il conto dei morti che è salito da due a tre, prima di poter accertare che nell’edificio non era presente nessun altro. Poi nel corso del pomeriggio sono arrivati anche i parenti delle vittime; il padre del ragazzo in lacrime chiede ai carabinieri di dargli la pistola: «A cosa mi serve la vita adesso? A cosa mi serve?» ripeteva.
Il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha confermato l’irregolarità dell’attività: «Né al comune né ad altri enti sono mai arrivate richieste di autorizzazione. Qualche mese fa ai vigili non fu concesso di entrare nell’immobile, tanto che fu richiesto al magistrato un decreto per ispezionare il fabbricato. Dei giovani non possono morire così». Con i tre di ieri sale a quota 67 il numero di persone morte sul lavoro in Campania nel 2024, mentre in tutta Italia i dati Inail indicano 776 incidenti mortali al 30 settembre, tre ogni giorno. Numeri in crescita rispetto all’anno scorso, quando nello stesso periodo erano stati 761. «Non basta più il cordoglio» dice Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli e Campania, «ma interventi concreti e urgenti in materia di sicurezza sul lavoro e anche sul fronte della legalità. Al governo Meloni, che continua con la politica dei tagli, anche sulla salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, non possiamo che rispondere con la protesta e lo sciopero generale».
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